Russi in Italia

Lev Abramovič Nussimbaum

Essad-Bey


Luogo e data di nascita: Kiev, 20 ottobre 1905 (nei documenti italiani Baku)
Luogo e data di morte: Positano, 27 agosto 1942
Professione: scrittore, giornalista

Figlio del magnate del petrolio Abram L’vovič Nussimbaum (Tiflis, 1875 –Treblinka, 1941) e di Berta Davydovna Sluckaja (1881–1911), studia a Baku e impara il tedesco grazie all’insegnamento di Alisa Schulte (1868–1954), discendente di una famiglia tedesca del Baltico che vivrà con lui tutta la vita.

Nel 1920 fugge insieme al padre dalla Georgia, emigra in Europa e nel settembre 1921 si stabilisce a Berlino. Frequenta l’università (Rheinische Friedrich-Wilhelms-Universität Bonn) a Bonn e si specializza nelle lingue araba e turca. Nel 1922 a Berlino, nell’ambasciata di Turchia, realizza il suo sogno di convertirsi all’Islam, prende il nome di Essad Bey. Sempre a Berlino intraprende una straordinaria carriera di scrittore, pubblica 16 libri, tradotti in molte lingue tra cui l’italiano, è accettato dall’Unione degli scrittori tedeschi, collabora con i giornali, gira per l’Europa tenendo lezioni (ha un passaporto Nansen rilasciato a Vienna nel 1935).

Nel 1934 viene per la prima volta in Italia insieme alla moglie Erika Löwendahl, poetessa e figlia di un diplomatico, sposata nel 1932, dalla quale si separerà qualche anno dopo. Vi ritorna nel 1936 e a Firenze conosce l’editore Enrico Bemporad che ha pubblicato l’edizione italiana di due suoi libri: Maometto: biografia (1935) e Nicola II: splendore e decadenza dell’ultimo zar (1936). Vi si trasferisce definitivamente il 13 maggio 1938 insieme alla governante Alisa Schulte e si stabilisce a Positano sulla costiera amalfitana, dove avevano in quegli anni trovato asilo diversi esuli della Russia sovietica e della Germania nazista: i pittori Vasilij Nečitajlov e Ivan Zagorujko, la ceramista Irina Koval’skaja, gli scrittori tedeschi Stefan Andres e Armin Theophil Wegner ed altri.

In Italia Nussimbaum presenta un affidavit americano, in cui si dichiara che è mussulmano, figlio di un principe azerbagiano, nativo di Baku, autore di bestseller su Stalin (1931), Nicola II (1935), Lenin (1935) e il profeta Maometto (1936); in realtà il visto di soggiorno gli è concesso per i solleciti dei suoi editori italiani.

All’inizio vive senza problemi con le rendite dei libri tedeschi che escono in traduzione italiana presso gli editori Sonzogno, Bemporad e Treves, è riconosciuto come specialista dell’Islam e gode della protezione di personalità altolocate, tra cui Margherita Sarfatti e il filosofo Giovanni Gentile, che tenta di organizzargli un incontro con Mussolini, rinviato alla notizia della sua ascendenza ebraica, diffusa dalla polizia politica. Anche se amareggiato Nussimbaum invia in dono a Mussolini la biografia di Maometto ed ottiene il permesso di recarsi in Etiopia. Nel luglio 1939 è accolto a Tripoli dal generale e governatore della Tripolitania italiana Italo Balbo, al quale propone il progetto del film La Spada dell’Islam. Nell’ultimo periodo di vita inizia la stesura del romanzo autobiografico L’uomo che non sapeva nulla dell’amore, che rimarrà incompiuto.

Salvapassare degli ultimi anni di Nussimbaum nell’Italia fascista è il suo anticomunismo, che lo salva dall’internamento in un lager (gli viene permesso di risiedere a Positano) e da un controllo poliziesco rigido. Da gennaio a dicembre 1940 è ricoverato in un ospedale di Napoli per la sindrome di Raynaud di cui soffriva e gli vengono amputate due dita del piede (pagano le spese le prefetture di Napoli e Salerno). Nel novembre 1941 la Segreteria del Duce s’informa delle sue condizioni di salute ed ordina al prefetto di Salerno di assecondare le sue richieste (ACS. PS. A4 bis. B. 107. F. Essad Bey Leo di Ibrahim e moglie). Lo sostiene finanziariamente una nobildonna residente a Rapallo Pima Andreae (1873–1953), amica di molti letterati ed artisti; lo aiuta anche il poeta Ezra Pound, che gli procura un lavoro mettendolo in contatto con il Ministero della cultura popolare, con il quale collabora. Tuttavia, quando nel settembre 1942 giunge a Positano l'auto ministeriale che deve portarlo a Roma agli studi dell’EIAR per le registrazioni, lo scrittore è già morto.


Pubblicazioni

Essad Bey, Stalin. Milano; Roma: Treves; Treccani; Tumminelli, 1932.
L’armata bianca. Milano: Marangoni, 1933.
Lenin. Milano: Fratelli Treves, 1935.
Maometto: biografia. Firenze: Bemporad e Figlio, 1935.
Nicola II: splendore e decadenza dell’ultimo zar. Firenze: Bemporad e Figlio, 1936.
L’Islam ieri, oggi, domani. Milano: Fratelli Treves, 1937.
Giustizia rossa: i processi politici dell’U.R.S.S. Firenze: G. C. Sansoni, 1938.

Archivi
ACS. PS. PolPol. B. 466. F. Essad Bey.
ACS. PS. A4 bis. B. 107. F. Essad Bey Leo di Ibrahim e moglie.
ASMAE. Minculpop. B. 569. F. Essad Bey Leo.

Bibliografia

Vacca-Mazzara G. Moḥammed Es’ad Bey scrittore musulmano dell’Azerbaigian Caucasico (1905–1942). Roma: Istituto per l’Oriente, 1942.

Reiss T. L’Orientalista. L’ebreo che volle essere un principe musulmano. Milano: Garzanti, 2006.

Ercolino R. Essad Bey, scrittore azerbaigiano a Positano. Castellammare di Stabia: Nicola Longobardi Editore, 2013.

 

Link

http://www.umweltfilm.de/images/2008_flyer_essad_bey(2).pdf

http://www.azer.com/aiweb/categories/magazine/ai122_folder/122_articles/122_suleymanov_elin.html

https://web.archive.org/web/20150924000442/http://www.echo-az.com/archive/2007_10/1674/kultura01.shtml

https://jewish.ru/ru/stories/literature/180101/

 

Agnese Accattoli

22 maggio 2020



La tomba di Nussimbaum al cimitero di Positano




Stefan Andres, Ritratto di Essad Bey, Olio 1938.



Nussimbaum in costume caucasico da montagna ( dalla copertina del libro I dodici segreti del Caucaso, New York 1931)


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