Russi in Italia

Marina Fedorovna Šaljapina


Luogo e data di nascita: Mosca, 14 marzo 1912
Luogo e data di morte: Roma, 14 luglio 2009
Professione: modella, attrice

Figlia del basso Fedor Ivanovič Šaljapin e della sua seconda moglie, la cantante Marija Valentinovna Petcol'd, vive a Pietroburgo fino all'età di dieci anni con i genitori e le due sorelle, Marfa (1910-2003) e Dasija (1921-1977). Nel 1922 lascia la Russia insieme alla famiglia per stabilirsi a Parigi. Qui studia danza classica con Matil'da Kšesinskaja, ma è presto costretta a smettere a causa di un infortunio. Nel 1931, una giuria composta da Ivan Bunin, Vladimir Nemirovič-Dančenko, Konstantin Korovin ed altri le attribuisce il titolo di Miss Russia nel concorso istituito nel 1927 per premiare le bellezze dell'emigrazione russa.
A Parigi si iscrive all'Accademia americana di architettura e design, che finisce di frequentare a New York; in seguito studia regia teatrale in Austria: in questo periodo è impegnata nella realizzazione di un film sul balletto, la commedia Ballerine (1936) del regista boemo Gustav Machatý, tratto dal romanzo Fanny ballerina della Scala di Giuseppe Adami, prodotto e girato in Italia. Qui conosce il suo futuro marito, Luigi Freddi (1895-1977), massimo responsabile della politica cinematografica italiana durante il fascismo, fondatore di Cinecittà e del Centro sperimentale di cinematografia, nonché giornalista, sceneggiatore, produttore e autore di saggi sul cinema.

Šaljapina è stabilmente in Italia dal 1938, ma viene sorvegliata dalla polizia politica italiana già a partire dal 1936. In questi due anni è autorizzata a entrare in Italia per motivi di lavoro, poiché "esercita l'arte cinematografica e lavora alla Cinecittà", in effetti è impiegata nelle maestranze del cinema, assistente costumista per il film La principessa Tarakanova (1938, Fedor Ocep e Mario Soldati). L'informatore della polizia italiana riferisce sul suo conto:

È una bellissima ragazza di circa 24-25 anni e, come pare, si occupa di cinematografo. Molto intelligente, essa frequenta diversi alti funzionari del ministero degli Esteri e della Cultura popolare, come il ministro Grazzi, Celesia di Vegliasco, il segretario particolare del Conte Ciano comm. Anfuso ed altri. Mi ha fatto impressione che questa donna ama molto la politica, è al corrente degli avvenimenti più recenti, domanda chiarimenti e parla volentieri di tutto ciò che concerne le questioni politiche. Telefona di frequente a Parigi, dove risiede e dove vive la sua madre con le sue sorelle.

Si trova a Napoli il 12 aprile 1938, giorno della morte del padre, e subito raggiunge la sua famiglia a Parigi (nel 2009 donerà al Museo di cultura musicale Glinka di Mosca il testamento autentico che il padre aveva scritto in francese prima di morire).

Nel 1943, sembra che abbia avuto un ruolo nel recupero del materiale tecnico sottratto dai nazisti negli studi di Cinecittà e trasferito a Praga:

Tutti pensano che, dopo l'armistizio di Badoglio con gli americani, i tedeschi abbiano spedito i macchinari di Cinecittà direttamente a Venezia. Secondo quanto la Repubblica sociale aveva concordato con Berlino. Ma non è vero. Io c'ero e lo so. Fu mio marito, Luigi Freddi, factotum del cinema italiano del regime e di Cinecittà, a salvare quell'inestimabile patrimonio. Successe che Goebbels, schifando gli italiani, aveva dato ordine di incorporare al Reich l'industria cinematografica di Roma. Noi stavamo in un hangar della Giudecca, vuoto nell'inutile attesa. Allora Luigi chiamò il ministro della propaganda di Hitler e me lo passò. Io gli dissi, parlando un ottimo tedesco: caro Paul Joseph, dove sta la tanto conclamata parola d'onore dei tedeschi? Cinecittà deve rivivere a Venezia, non a Praga. Così i macchinari tornarono in Italia (I. Carezzano, pp. 16-17).

Con la caduta della Repubblica Sociale Italiana cominciano anni duri per Marina e Luigi Freddi: lui tenta di raggiungere la Svizzera, dove lo aspetta la moglie, ma viene respinto alla frontiera e, consegnatosi ai partigiani, è arrestato con l'accusa di ingiustificato arricchimento. Nel 1946 dopo il proscioglimento e la scarcerazione, Freddi è impossibilitato a lavorare e la famiglia viene a trovarsi in gravi ristrettezze economiche: Šaljapina per cinque anni lavora come incaricata dell'intrattenimento dei viaggiatori tra il personale di bordo di transatlantici e navi da crociera, ottenendo così il titolo di primo ufficiale della marina italiana. Questa esperienza, come dichiara lei stessa, le sarà molto utile anni dopo, quando si occuperà di turismo d'élite in Italia.

Per un certo periodo lavora anche nel cinema, recitando in alcune pellicole, tra cui Altri tempi di Alessandro Blasetti (1951), film a episodi con Vittorio de Sica e Gina Lollobrigida. Negli anni Ottanta, è redattore capo dell'edizione romana della rivista inglese «Harpers & Queen».
Nel 1984 è presente alla cerimonia per il trasferimento delle spoglie del padre Fedor Šaljapin da Parigi a Mosca nel cimitero di Novodevičij. Divulgatrice appassionata della memoria del padre, partecipa a iniziative culturali in suo nome anche in età molto avanzata, come nel 2003, quando interviene al III Festival dell'opera lirica in onore di Šaljapin in Crimea, o nel 2008, quando a 96 anni è ispiratrice e interprete del film documentario per il primo canale della televisione russa Moj otec Fedor Šaljapin (Mio padre Fedor Šaljapin), regia di Maksim Katuškin.
Vive a Roma in via della Castelluccia di S. Paolo 32 e ha una figlia, Angela Freddi Monteforte. Muore a Roma all'età di 98 anni, ultima degli Šaljapin, ed è sepolta nel Cimitero Laurentino.

Filmografia
Ballerine (1936, G. Machatý)
Canal Grande (1943, A. Di Robilant)
Altri tempi (1951, A. Blasetti), interpreta "la madre di Filli" (nell'episodio L'idillio)
Solo per te, Lucia (1952, F. Rossi), interpreta "Tania D'Auria"
Moj otec Fedor Šaljapin (Mio padre Fedor Šaljapin. 2008, Maksim Katuškin).

Bibliografia
Dizionario del cinema Italiano. I film. Vol. I. Tutti i film italiani dal 1930 al 1944, Roma, Gremese Editore, 2005.
Dizionario del cinema Italiano. I film. Vol. II. Dal 1945 al 1959, Roma, Gremese Editore, 1991.
I. Carezzano, La Capitale e il cinema. Un secolo di rapporti tra la città e la macchina da presa, 2005, pp. 16-17 - disponibile in digitale all'indirizzo: http://www.gruppocarige.it/gruppo/html/ita/arte-cultura/la-casana/2004_5/pdf/14_21.pdf
Lord Lichfield (a cura di), Courvoisier's book of the best, Milano, Phileas, 1988, p. 10-11.
C. Siniscalchi, Profilo di Luigi Freddi, in Vivere il cinema. Sessant'anni del Centro Sperimentale di Cinematografia 1935-1995, Presidenza dal Consiglio dei Ministri. Dipartimento per l'informazione e l'editoria, Roma, 1995, pp. 52-54.

Fonte archivistica
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Polizia Politica, Fascicoli personali, b. 288, f. Chaliapin Marina.

Note
Nelle fonti italiane s'incontra Marina Scialiapin, Chaliapin, Chaliapine.

Siti interessanti
http://community.livejournal.com/retro_ladies/357475.html
http://www.shalyapin-ufa.com/?p=121
http://www.vesti.ru/videos?vid=231828

Agnese Accattoli


Fedor Šaljapin con le figlie Marina e Marfa
http://miss-mira.narod.ru/miss/miss/russ1931-3.html



Marina e Marfa Šaljapiny in un quadro di B. M. Kustodev, 1920
http://www.rulex.ru/rpg/portraits/27/27065.htm



Marina Šaljapina in una foto degli anni Trenta
http://community.livejournal.com/retro_ladies/357475.html



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