Russi in Italia

Boris Viktorovič Savinkov

V. Ropšin


Luogo e data di nascita: Char'kov, 19(31) gennaio 1879
Luogo e data di morte: Mosca, 7 maggio 1925
Professione: rivoluzionario, pubblicista, scrittore

Figlio del giurista Viktor Michajlovič Savinkov, alto funzionario del Ministero della giustizia di Varsavia e della scrittrice Sofija Aleksandrovna Jarošenko (pseudonimo S.A. Ševil’; 1855-1923), frequenta il ginnasio a Varsavia, poi prosegue gli studi alla facoltà di Giurisprudenza delle università di San Pietroburgo (viene espulso nel 1899 per aver partecipato ad una agitazione studentesca), Berlino e Heidelberg. Collabora con il giornale «Rabočaja mysl'» e alcuni suoi articoli sono notati dai socialisti rivoluzionari. Grazie alla prima moglie Vera, figlia dello scrittore Gleb Uspenskij, entra in contatto con gli ideologi del populismo. Nel 1901 è arrestato per aver fondato il gruppo "Socialist" vicino alle idee di Georgij Plechanov e, nel 1902 deportato nel governatorato di Vologda, dove scontavano la loro pena molti socialisti rivoluzionari; conosce Aleksej Remizov, Nikolaj Berdjaev e Anatolij Lunačarskij. Al periodo di prigionia risalgono i racconti Tenjam umeršich, Noč' e Slezy.

Il primo arresto e la deportazione non interrompono la sua partecipazione all'attività politica rivoluzionaria: dopo una perquisizione nel 1902 viene posto sotto stretta sorveglianza poliziesca. Nel 1903 riesce a fuggire riparando a Ginevra, dove aderisce al Partito dei socialisti-rivoluzionari (PSR), entra nell’organizzazione armata del partito, creata da Evno Azef, è mente e braccio di diverse azioni terroristiche, tra cui l'uccisione del ministro dell'interno V.K. Pleve e del principe Sergej Aleksandrovič, governatore di Mosca. A questo periodo risale il testo autobiografico V sumerkach, il cui eroe è un terrorista che prova disgusto per se stesso e per la causa rivoluzionaria (Gončarova 2007, p. 433). In questi anni lavora a diversi saggi sui compagni di partito, molti dei quali sono alla base del volume Vospominanija terrorista, scritto a Parigi nel 1909. Nel 1906 è nuovamente arrestato a Sebastopoli e condannato a morte, ma riesce a fuggire, rifugiandosi in Romania, per poi raggiungere Parigi. Qui stringe rapporti nel 1911 con Dmitrij Merežkovskij, Zinaida Gippius e, più tardi, con Maksimilian Vološin. A questо periodo risale l’elaborazione del racconto Kon' blednyj, pubblicato inizialmente su «Russkaja mysl'» e poi, grazie a Zinaida Gippius, nel 1913 a Nizza.
Nel 1911 è segnalata la sua presenza sulla Costa Azzurra e sulla Riviera Ligure, dove viene identificato come il capo del partito rivoluzionario. Da qui intraprende un lungo viaggio che tocca Milano, Venezia, Firenze, Roma, Napoli e Genova. Per un breve periodo alloggia a Bordighera alla Villa "La Cava" (Borghetto di San Nicolò) presso il fratello della madre, l'ammiraglio Vasilij Aleksandrovič Jarošenko. Entra in contatto con Evgenij Kolosov, Natal'ja Klimova e il gruppo di rivoluzionari che ruota intorno a loro: Sergej Moiseenko, Pеtr Sidorčuk, Vasilij Suchomlin, Vil'gel'mina Gel’ms, Vladimir i Osip Fabrikant ed altri.
Al 1912 risale il romanzo To, čego ne bylo, che rappresenta una critica nei confronti dello stesso partito socialrivoluzionario. Negli anni dell'emigrazione pubblica anche versi, raccolti poi in un'edizione postuma del 1931. Nel 1916 si arruola come corrispondente di guerra, esperienza che è alla base dello scritto Vo Francii, vo vremja vojny.
Dopo la rivoluzione di febbraio è nominato commissario presso il quartier generale del Comando supremo e viceministro della difesa. Dopo la rivoluzione di ottobre si impegna nella lotta contro il potere sovietico: si avvicina al generale Lavr Kornilov, guida l'Unione in difesa della patria e della libertà (Sojuz zaščiti rodiny i svobody). Successivamente è nominato rappresentante di A.V. Kol'čak a Parigi e in questa veste nel 1921 incontra Churchill che ne traccia un breve ritratto tra i Grandi contemporanei, lodandone la "saggezza di uomo di Stato, il talento di un generale dell'esercito, il coraggio di un eroe, la sopportazione di un martire" (cit. in Mainardi 2004, p. 8). Si trasferisce poi a Varsavia, dove guida il Comitato politico russo (Russkij političeskij komitet) e insieme a Merežkovskij collabora al giornale «Za svobodu!».  Nella sua ricerca di un fronte comune contro i bolscevichi nel 1922 incontra Benito Mussolini, ma ben presto si trova isolato. Al 1923 risale il suo romanzo Kon' voronoj.
Dopo un incontro con il rappresentante sovietico a Londra Leonid Krasin, erroneamente si convince che in Russia sia sorto un fronte democratico che cerca una guida. Si tratta in realtà di un'operazione del GPU, volta alla sua cattura: nel 1924 rientra illegalmente in URSS, e viene arrestato a Minsk e condannato alla fucilazione, pena successivamente commutata in dieci anni di reclusione. Nel 1925 si suicida gettandosi dalla finestra (secondo altre versioni viene ucciso).



Pubblicazioni principali
Tenjam umeršich, «Zarja», 1902, n. 4.
Noč, «Kur'er», 5 settembre 1902.
Slezy, «Kur'er», 2 luglio 1903.
V sumerkach, «Revolucionnaja Rossija», 1903, n. 35.
Kon' blednyj, «Russkaja mysl'» 1909, n. 1. (in volume Sankt-Peterburg 1909; Nice 1913).
Vospominanija terrorista, «Byloe», 1917, nn. 1-3; 1918, nn. 1-3, 12.
To čego ne bylo, «Zaveti», 1921, nn. 1-8 (in volume Moskva 1914).
Iz dejstvujušej armii, Moskva 1918.
K delu Kornilova, Paris 1918.
Kon' voronoj, «Za svobodu!», 1-26 novembre 1923 (in volume Paris 1923, Leningrad 1924).
Rasskazy, Moskva 1924.
Kniga stichov. Posmertnoe izdanie, Paris 1931.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, A11, 1911, b. 6, f. Nervi-Colonia Russa; A11, 1913, b. 13, f. Nervi.

Nota
Nelle fonti archivistiche s'incontra Boris Savinkoff; nei documenti italiani è noto anche con lo pseudonimo Leicheneff.

Bibliografia
Савинкова С.А. Годы скорби. (Воспоминания матери). СПб.: Ред. ж-ла «Рус. богатство», 1906.
Perwoukhine M. Un piano degli Alleati per soccorrere la Russia. Sawinkoff // L’Epoca. 27.5.1918. № 145.
Churchill W. Great Contemporaries. London: Thornton Butterworth Ltd, 1937.
Heller M. Krasin-Savinkov: Une rencontre secrète // Cahiers du Monde russe et soviétique 1985. Vol. 26, No. 1, pp. 63-67.
F. Ja. Konovalov, L. S. Panov, L. S. Uvarovo, Vologda. XII-načalo XX veka. Kraevedčeskij slovar', Archangel'sk 1993.
Mainardi A. "Uccidere, non uccidere", prefazione a B. Savinkov, Diario di un terrorista, Roma, Kami, 2004, pp. 7-15.
Гончарова Е.И. Савинков Борис Викторович // Русские писатели. 1800–1917. Биографический словарь. Москва  2007. Т. 5. С. 432–435.
Симонова Т.М. Савинков Борис Викторович // Общественная мысль русского зарубежья: Энциклопедия. М.: РОССПЭН, 2009.
Кан Г. Наталья Климова. Жизнь и борьба. СПб.: Изд-во им. Н.И. Новикова, 2012 [в приложении переписка Савинкова с Климовой].
Морозов К.Н. Феномен Бориса Савинкова и загадка его гибели// Идеи и идеалы. Новосибирск. 2016. № 3 (29). С.157-175.

Link
Архипов И. Борис Савинков: Террорист и литератор // Журнальный зал. https://magazines.gorky.media/zvezda/2008/10/boris-savinkov-terrorist-i-literator.html
http://www.hrono.info/biograf/savinkov.html
 

Laura Piccolo
Scheda aggiornata al 15 giugno 2020


Boris Savinkov in un disegno di A. Beljaev-Gintovt
http://www.nbp-info.ru/nbart/belyaev/zhv_13.html



Savinkov deportato
stpetersburg.berkeley.edu/alexis/al_savinkov.html



Boris Savinkov studente nel 1899
stpetersburg.berkeley.edu/alexis/al_savinkov.html



Boris Savinkov in divisa militare nel 1917



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