Russi in Italia

Mladorossi (Giovani russi)


Il movimento dei Mladorossi, fondato nel 1923 a Monaco come Unione della “Giovane Russia” da un gruppo della gioventù emigrata perlopiù proveniente dalle fila degli ufficiali delle armate bianche, dura circa un ventennio e dal 1936 ha tra le sue sedi anche l’Italia. Al pari di altri movimenti giovanili dell’emigrazione russa, come l’Unione della nuova generazione russa, i Mladorossi hanno un programma politico sincretico, che si basa sulla fusione della tradizione monarchica e dell’esperienza sovietica, riassunta nel motto “Zar e soviet!”.

Principale ideologo e leader carismatico dei Mladorossi è il pubblicista Aleksandr L’vovič Kazem-Bek (Kazan’, 2 (15) febbraio 1902 – Mosca, 21 febbraio 1977), emigrato prima in Germania, poi in Francia e infine negli USA, mentre legittimo successore al trono di Russia è considerato il principe Dmitrij Pavlovič Romanov (1891–1942), figlio del granduca Pavel Aleksandrovič di Russia e della principessa di Grecia Aleksandra Georgevna, emigrato a Parigi. Il movimento, con sede centrale a Parigi, ha diversi organi di propaganda («Bodrost’!», «Mladorosskaja iskra», «K molodoj Rossii»), in cui espone contenuti patriottici e rivoluzionari, indicando spesso come proprio punto di riferimento ideale il fascismo italiano e il suo leader Mussolini.

Dal 1932 i servizi italiani cominciano a raccogliere dalla Francia informazioni sui Mladorossi, che definiscono i “komsomolcy bianchi” e che guardano con sospetto a causa del loro programma politico confuso “per una monarchia sovietica senza bolscevismo <…> di cui diffidano tutti i russi benpensanti (parecchi) ed equilibrati (pochissimi)” (ACS. PS. PolPol. Materia. B. 147. F. 2: Partito Jeune Russe). Da molti informatori Kazem-Bek è ritenuto un provocatore sovietico, fama che accompagnerà il giovane russo per tutta la sua esperienza politica. Tuttavia lo spirito filofascista dei Mladorossi è molto forte e dopo una serie di tentativi di avvicinamento al governo italiano, nella primavera 1934 il loro leader viene a Roma, riuscendo a entrare in relazione con alcune personalità del regime e a farsi ricevere al duce (ACS. PS. PolPol. Fasc. pers. B. 683. F. Kasen Bey Alessandro). Mussolini chiede a Kazem-Bek di mantenere segreto il loro incontro ma lo autorizza a inviargli il materiale del partito e aggiornamenti periodici sulla situazione in Russia (ASMAE. Gabinetto. 1923-1943. B. 798. F. Partito dei Giovani russi). In seguito negherà una nuova udienza al leader mladorosso, che continuerà per diversi anni a cercare il suo appoggio. Nel corso della sua permanenza a Roma, Kazem-Bek fa propaganda anche presso la colonia russa e tiene una conferenza sul suo programma al Circolo russo di via delle Colonnette, sede della Biblioteca Gogol’ (ACS. PS. PolPol. Fasc. pers. B. 683. F. Kasen Bey Alessandro).

Nel novembre 1936 nasce il primo nucleo italiano del partito a Milano: viene organizzata un’assemblea presso il Gruppo rionale “Sciesa” durante la quale il rappresentante in Italia del movimento, Vjačeslav Verbickij, espone il programma del movimento, immutato dai primi anni Venti: restaurazione in Russia della monarchia dei Romanov, organizzazione corporativa dello stato, conquista del potere attraverso la propaganda, integrità territoriale dell’“impero federale” russo. La comunità russa in Italia reagisce a questa iniziativa con una spaccatura: gli elementi più conservatori della colonia prendono immediatamente le distanze da quella che considerano una pericolosa infiltrazione bolscevica nel mondo dell’emigrazione russa, mentre alcuni aderiscono al nuovo partito facendone proprie le parole d’ordine. Tra questi il principe Aleksandr Eristov, che diventa il rappresentante dei Mladorossi a Milano.

Un mese dopo Kazem-Bek e Verbickij presentano il partito anche a Roma, organizzando la serata mondana e filantropica “Giovani russi” all’hotel Ambasciatori, alla presenza del granduca Dmitrij Romanov, venuto appositamente da Parigi, e di un pubblico di circa 200 persone. Tra gli illustri nomi della colonia romana simpatizzanti con il movimento vi sarebbero, secondo le informazioni della polizia politica fascista: Maria Rosa Radziwill, la principessa Sofija Barjatinskaja e Nina Galicyna. Una parte della colonia prende pubblicamente le distanze dall’evento con un annuncio sul quotidiano “Il Messaggero" (30.12.1936), mentre i membri iscritti al partito, bollati come agenti bolscevichi e traditori, sono radiati dal circolo russo e  Petr Den, presidente dell’Unione degli invalidi russi in Italia, li espelle pubblicamente dall'organizzazione seguendo l’esempio delle associazioni russe di Parigi.

Dalla seconda metà degli anni Trenta la presenza dei Mladorossi comincia a farsi più evidente, le istituzioni italiane li conoscono, ricevono i loro giornali e fanno tradurre gli articoli sulla politica italiana, generalmente firmati da Kazem-Bek e da Jelita Wilezkowski (Kirill Elita-Vil’čkovskij). In particolare si fa notare nel 1937 la celebrazione dei Giovani russi per il quindicennio della marcia su Roma e l’articolo scritto da Kazem-Bek per l’occasione, intitolato I due ottobri (ASMAE. AP, 1931-45, b. 24, f. rapporti politici, sf. Kasem-Beg). Nello stesso periodo viene creata la sede romana del partito, la “casa russa” in via Nemorense 68, che è anche il domicilio di V. N. Djukin, addetto alla propaganda dei Mladorossi. Qui si riuniscono i Giovani russi “romani”, per la maggior parte non più giovani, tra cui A. N. Degai (rappresentante a Roma del movimento), Nikolaj Mogilin, N. A. Suchodol’skij, l’ex addetto all’ambasciata Chvoscinskij, il regista teatrale Petr Šarov. Per il 950° della cristianizzazione della Russia, è organizzata nella sede romana dei Mladorossi una funzione religiosa a suffragio dei defunti celebrata dall’archimandrita Simeon.

Nel 1936 il movimento francese organizza soggiorni estivi per le sue giovani reclute nella riviera ligure, con pellegrinaggi fino a Roma “per ammirare le meraviglie del Regime fascista” (ASMAE. AP, 1931-45, b. 29, f. Nazionalisti russi in Italia) e altre simili iniziative si ripetono negli anni successivi almeno fino al 1939 (ASMAE. Gabinetto. 1923-1943. BB. 798 e 799, f. Partito Giovani Russi).

A ridosso della Seconda guerra mondiale la popolarità del partito in genere e in Italia in particolare diminuisce drasticamente: il movimento dichiara sulla rivista «Bodrost’!» amicizia e fedeltà alla Francia contro il comune nemico tedesco, mentre nel novembre 1939, dopo l’occupazione nazista della Cecoslovacchia, i Giovani russi si dichiarano pronti a difendere “gli interessi di tutti i popoli minacciati dall’espansione tedesca” e lanciano un appello a tutti i russi “a qualunque fede appartengano” di unirsi in nome degli interessi superiori della loro nazione. Kazem-Bek è ormai considerato un agente di Mosca: la sua storia, l’evoluzione politica del partito, i suoi contatti con esponenti del regime sovietico e della politica europea sono oggetto di rapporti dettagliati da parte della polizia italiana, ma i suoi legami con l’Italia sono definitivamente recisi (ASMAE. AP. 1931-45. B. 32. F. 5).


Fonti archivistiche

ASMAE. AP. 1931-45. B. 32. F. 5.

ASMAE. AP, 1931-45, b. 24, f. rapporti politici, sf. Kasem-Beg.

ASMAE. AP, 1931-45, b. 29, f. Nazionalisti russi in Italia.

ASMAE. Gabinetto. 1923-1943. BB. 798 e 799, f. Partito Giovani Russi.

ACS. PS. PolPol. Fasc. pers. B. 683. F. Kasen Bey Alessandro.

ACS. PS. PolPol. Materia. B. 147. F. 2: Partito (Jeune Russe).

 

Agnese Accattoli

30 maggio 2020



Mladorosskaja iskra (La scintilla dei Mladorossi), organo del gruppo.



Aleksandr L’vovič Kazem-Bek



Il principe Dmitrij Pavlovič Romanov negli anni dell'emigrazione



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