Russi in Italia

Anastasija Nikolaevna Herzfeld (von)

Assia Noris


Luogo e data di nascita: Pietroburgo, 26 febbraio 1919
Luogo e data di morte: San Remo, 27 gennaio 1998
Professione: attrice

Figlia di un ufficiale tedesco d'origine svedese, il barone Nikolaj Karlovič von Herzfeld, e di un'ucraina, emigra in giovane età in Francia, dove frequenta il liceo di Nizza ed esordisce nel cinema, pur se con scarso successo. Nel 1929 si trasferisce in Italia per sposare Gaetano Assia, dal quale si separa due anni dopo, decidendo comunque di restare in Italia per ritentare la fortuna nel cinema. Qui viene scoperta nel 1931 dal produttore Giuseppe Amato, che la lancia nei film Tre uomini in frack (1932) e La signorina dell'autobus (1933), per il quale ottiene il suo primo ruolo da protagonista.
Di bella presenza, bionda e con un forte accento straniero, A. Noris rispondeva perfettamente all'esigenze del cinema italiano dell'epoca, alla ricerca di personaggi esotici. Sui suoi esordi cinematografici è stato scritto: "Pur incerta e titubante nella recitazione, la ragazza mise subito in luce qualità fotogeniche di prim'ordine" (Puck, 1937).
In quegli anni ha una breve relazione con Roberto Rossellini e, secondo una dichiarazione dell'attrice mai confermata dal regista, i due si sarebbero sposati nella chiesa russa di Nizza ma il matrimonio sarebbe stato annullato due giorni dopo dal padre della Noris (cfr. Rondolino, 1989, p. 25).
Nel 1934 recita in Giallo, diretto da Mario Camerini, regista con il quale inaugura un sodalizio artistico durato dieci anni, e che dal 1940 al 1943 sarà anche suo marito. Con Camerini gira Darò un milione (1935), Ma non è una cosa seria (1936), Il signor Max (1937), Batticuore (1939), Grandi magazzini (1939), Una romantica avventura (1940), Centomila dollari (1940) e Una storia d'amore (1942). In queste pellicole, quasi tutte interpretate in coppia con Vittorio De Sica, Assia Noris abbandona i ruoli stereotipati dei suoi esordi e lancia il personaggio di ragazza timida e romantica che l'avrebbe resa celebre.

Molti di questi film vengono presentati alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Il Signor Max, proiettato al Lido la sera del 29 agosto 1937, rivela le doti di attrice della Noris, ora apprezzata anche dalla critica: "La graziosissima eroina del Signor Max è Assia Noris che in una parte tagliata apposta per il suo carattere dolce e sincero, e forse anche sentimentale, appare in una interpretazione degna di rilievo" (R.D.F., 1937). Il film riscuote un grande successo e si aggiudica la Coppa del Ministero per la Cultura Popolare come migliore regia italiana. Tre anni dopo a Venezia viene presentato il film Una romantica avventura:

Assia Noris ha innalzata oramai a stile la sua graziosa e tenera maniera. Una romantica avventura è il suo film maggiore. Partita senza pretese alcuni anni or sono, come "ingenua" di calco, la sensibile ragazza oggi è un'artista vera. Un rigore matematico e un calore perfin rugiadoso si fondono in lei a donarci una mescolanza scintillante, donde si trae una figuretta che ha il suo posto deciso, per noi, tra i personaggi del cinematografo (Garrone, 1940. Una locandina del film è riprodotta a tutta pagina in «Cinema», n. 101, 1940, p. 156).

Nel 1942 è una delle poche dive presenti all'ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia prima dell'interruzione bellica. Per l'occasione Irene Brin scrive sulla rivista «Cinema»:

Assia Noris presenzia alle sue opposte avventure di Colpo di pistola e di Storia d'amore, dimessa e raggiante. Colpo di pistola rappresenta per i critici una sorpresa sconcertante, se, alla proiezione del mattino, fu concordemente giudicato delicato, squisito, studiatissimo, fresco, nessuno aveva aggettivi sufficienti, le critiche partirono imbottite di entusiasmo, i telefoni vibrarono di punti esclamativi, mentre il pubblico vero, al San Marco, con incredibile durezza riprese antichissime tradizioni di fischi e di beccate, parole spiacevoli non meno dell'uso stesso. Ma, ciò che accrebbe lo stupore di quanti si ritrovavano a vedere il film, le situazioni apparvero mutate, il clima perduto, il dialogo appesantito, la pronuncia della Signora Camerini peggiorata, senza che si trovasse altra spiegazione se non quella della ostilità generale: insomma si sarebbe creduto al panico della pellicola, e di attimo in attimo si sperava che la prossima sequenza (vedrai che la caccia alla volpe piace, io conto molto sulla scena di Assia che si veste, io sul pianoforte polveroso, io sulla porta nera, io sulla chiesa, io sul cancello, io sul finale), finalmente addolcisse gli animi: ma inutilmente, i sospiri succedevano alle risatine, le beffe ai brontolii, si pensava che Assia Noris dovesse gualcirsi tra le mani il suo fascio di fiori, invece il riaccendersi delle luci la ritrovò candida, appena un poco indurita agli angoli del sorriso troppo fisso, pronta a ringraziare quanti l'applaudivano.

Nel film, tratto dall'omonimo racconto di Puškin, diretto da Renato Castellani e con scenografie di Nikolaj Benua e Gastone Medin, la Noris si esibisce inoltre con una canzone in russo. Alla personalità 'russa' dell'attrice e al periodo di lavorazione del film Un colpo di pistola dedica alcune pagine del romanzo Hotel d'Angleterre Nico Orengo che la ricorda con le espressioni di Mario Soldati, sceneggiatore del film: "Bellissima, Bellissima, Riservatissima... Russa, russa... Nobiltà russa, travolta dalla rivoluzione".

Grazie ai film diretti da Camerini, Assia Noris diventa una delle stelle del cinema italiano degli anni Trenta, guadagnandosi appellattivi come "Diva del cinema dei telefoni bianchi" e "Fidanzata d'Italia". Conduce una vita lontana dai riflettori, e questo non fa altro che accrescere l'alone di fascino e mistero intorno al suo personaggio. In quegli anni viene diretta inoltre da Mario Soldati (Dora Nelson, 1940) e recita, fra gli altri, con Eduardo e Peppino de Filippo (Quei due, 1935), Gino Cervi (Voglio vivere con Letizia, 1937), Isa Miranda (Una donna fra due mondi, 1937), Amedeo Nazzari (La casa del peccato, 1938), Fosco Giachetti (Un colpo di pistola, 1942 e Una piccola moglie, 1943) e Paolo Stoppa (Che distinta famiglia!, 1945).
Durante la guerra lavora soprattutto a teatro: è prima attrice in L'ora della fantasia di Anna Bonacci, messa in scena da Gherardi nel 1944 al Teatro Argentina a Roma, e l'anno successivo in Col cappello sulle ventitré di Riccardo Morbelli, con Odoardo Spadaro. Nel 1950 gira un film in Egitto, Amina, per la regia di Goffredo Alessandrini, con il quale aveva già collaborato nei due decenni precedenti. Tornerà sullo schermo, per l'ultima volta, soltanto nel 1965 in Celestina P... R... di Carlo Lizzani, film per il quale collabora anche alla sceneggiatura. All'inizio degli anni Sessanta si trasferisce a San Remo, in via Carducci, dove trascorre il resto della sua vita in compagnia dell'ultimo marito, l'egiziano Habib. È sepolta nel cimitero di Armea a San Remo.

Filmografia italiana
1932: Tre uomini in frack di Mario Bonnard
1934: La signorina dell'autobus di Mario Bonnard, La marcia nuziale di Mario Bonnard, Giallo di Mario Camerini
1935: Quei due di Gennario Righelli, Darò un milione di Mario Camerini
1936: L'uomo che sorride di Mario Mattoli, Una donna fra due mondi di Goffredo Alessandrini, Ma non è una cosa seria di Mario Camerini
1937: Il signor Max di Mario Camerini, Nina non far la stupida di Nunzio Malasomma, Allegri masnadieri di Marco Elter, Una donna fra due mondi di Goffredo Alessandrini
1938: Voglio vivere con Letizia di Camillo Mastrocinque, La casa del peccato di Max Neufeld
1939: Batticuore di Mario Camerini, Grandi magazzini di Mario Camerini
1940: Dora Nelson di Mario Soldati, Centomila dollari di Mario Camerini, Una romantica avventura di Mario Camerini
1941: Con le donne non si scherza di Giorgio Simonelli, Luna di miele di Giacomo Gentilomo
1942: Margherita fra i tre di Ivo Perilli, Un colpo di pistola di Renato Castellani (scenografia di Nikolaj Benois), Una storia d'amore di Mario Camerini, Le capitaine Fracasse di Abel Gance
1943: Una piccola moglie di Giorgio Bianchi
1945: I dieci comandamenti di Giorgio Walter Chili, Che distinta famiglia! di Mario Bonnard
1950: Amina di Goffredo Alessandrini
1965: La Celestina P.. R... di Carlo Lizzani

Bibliografia
Avventure fra masnadieri e misantropi, «Cinema», n. 22, 1937, pp. 410-411.
I. Brin, Venezia cambia, «Cinema», n. 149, 1942.
Dizionario degli attori: tutti gli attori e i loro film, a cura di Pino Farinotti, Varese, Sugarco, 1993.
Enciclopedia del cinema, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Treccani, vol. IV, pp. 268-269.
Enciclopedia dello spettacolo, Roma, Le maschere, 1960, vol. VII, p. 1210.
Filmlexicon degli autori e delle opere, Roma, Ediz. di Bianco e Nero, 1962, vol. IV, pp. 1370-1372.
L. A. Garrone, Attori e registi a Venezia, «Cinema», n. 102, 1940, pp. 222-223.
P. Gobetti, Gli esordi di Soldati,  «Nuovo spettatore», n. 14, 1992, pp. 176-177.
T. Kezich, Addio Assia Noris, diva del mistero del cinema dei telefoni bianchi, «La Stampa», 28 gennaio 1998.
N. Orengo, Hotel Angleterre, Torino, Einaudi, 2007, pp. 106-108.
Puck, Galleria XXXV - Assia Noris, «Cinema», n. 35, 1937, p. 388.
R.D.F., Il lieto successo di un altro film italiano, «Gazzetta di Venezia», 30 agosto 1937, p. 6.
R. Rombi, Addio Assia Noris, la fidanzata d'Italia, «La Repubblica», 28 gennaio 1998.
G. Rondolino, Roberto Rossellini, Torino, Utet, 1989.
F. Savio (a cura di), Cinecittà anni Trenta, Roma, Bulzoni, 1979, pp. 831-845.
Sottocenere: Assia Noris, «Cinema», n. 28, 1937, p. 129.
Storia del cinema italiano, a cura di O. Caldiron, Venezia-Roma, Marsilio-Bianco e Nero, 2006, vol. 5, pp. 229-232.
M. Talalaj, Pamjati Anastasii Nikolaevny fon Gercfel'd, «Russkaja Mysl'», n. 4211, 26 febbraio 1998.
М. Talalay, Assia Noris, in Immagini di San Remo nel mondo, a cura di P. Cazzola e E. Kanceff, Moncalieri, C.I.R.V.I., 1998, pp. 177-178.

Siti utili
www.mymovies.it/media/persone/?a=2479
http://www.archivio.raiuno.rai.it/schede/9012/901296.htm

Matteo Bertelé

 



Manifesto di Il signor Max di Mario Camerini (1937).



Manifesto di Le capitaine Fracasse di Abel Gance (1942).



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