Russi in Italia

Nikolaj Pavlovič Avilov

Glebov, Gleb, Sidorov, Glebov-Avilov


Luogo e data di nascita: Kaluga, 11 ottobre 1887
Luogo e data di morte: 13 marzo 1937
Professione: rivoluzionario, diplomatico

Originario di una famiglia povera di Kaluga, da ragazzo lavora come operaio in una tipografia. Attivo nel movimento rivoluzionario a partire dal 1904, nel 1906 si trasferisce a Mosca, dove è impegnato nell'organizzazione clandestina del Partito Operaio Socialdemocratico Russo(b) e inviato con compiti "tecnici" negli Urali, a Perm' e Ekaterinburg. Continua a lavorare in tipografie illegali e subisce numerosi arresti. Alla fine del 1910 viene reclutato da F. I. Kalinin per organizzare la scuola di partito a Bologna, ed è inviato in Italia. Rientrato in Russia, la sua militanza politica è interrotta da continui arresti e deportazioni fino allo scoppio della rivoluzione.
Dopo l'avvento al potere dei bolscevichi, si occupa principalmente di politiche sindacali in diverse zone del paese, ma riveste importanti cariche nel partito e nell'esercito, scrive per «Pravda», «Izvestija» e altri giornali firmandosi con pseudonimo. Divenuto uno dei principali esponenti dell'opposizione leningradese del partito, nel 1926 viene rimosso dall'incarico di presidente dei sindacati della regione di Leningrado e allontanato dall'URSS con mansioni diplomatiche.
È in queste circostanze, precisamente nel maggio 1926, che viene in Italia con la carica di Primo consigliere dell'ambasciata sovietica a Roma. L'ambasciatore italiano a Mosca Gaetano Manzoni informa le autorità italiane del fatto che Avilov, nuovo agli incarichi diplomatici, "è comunista attivo" e che "la di lui destinazione a Roma sia piuttosto un voluto allontanamento dello Avilov dallo Zinovieff, attorno al quale si vorrebbe fare il vuoto [...] e sembra che egli rimarrà poco tempo nelle sue nuove funzioni". In effetti il suo soggiorno in Italia dura solo un anno.
Avilov prende alloggio nella sede dell'Ambasciata, in via Gaeta, con la moglie Marija e la figlia Elena di 6 anni. La polizia italiana, che lo sorveglia "in forma riservatissima e con la dovuta cautela", il 26 luglio 1926 riferisce:
Fuori dell'Ambasciata non è mai stato notato che il Gleboff Aviloff abbia comunque avvicinato elementi sospetti, egli passa quasi interamente la giornata nella sede dell'ambasciata, dove si recano spesso gli On.li Grieco, Gramsci, Graziadei, e l'ex deputato Bombacci. Costoro pertanto hanno tutta la possibilità di avere colloqui anche col nuovo Consigliere senza che costui senta la necessità di avvicinare elementi comunisti al di fuori del proprio ufficio.

Nel novembre 1926 viene segnalato alla polizia che Avilov "sarebbe stato incaricato della propaganda comunista in Italia dal Comitato esecutivo dell'Internazionale comunista (IKKI) e precisamente quale segretario generale della OGPU di Roma".

Nel giugno 1927 si reca in Francia con la moglie ed è verosimile che prosegua il viaggio verso l'Unione sovietica, dove rientra lo stesso anno, mettendosi al servizio di Stalin.
Con l'accusa di aver preso parte all'organizzazione di attentati controrivoluzionari, nel settembre 1936 viene arrestato e condannato alla fucilazione. È riabilitato nel 1956.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1926, cat. A 16, b. 40, f. Gleboff Nicola, moglie Maria e figlia Elena.
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1927, cat. A 16, b. 91, f. Plebff Ajloff Nicola e moglie Gleff Maria.

Bibliografia
Dejateli revoljucionnogo dviženija v Rossii. V: social-demokraty 1880-1904, Moskva 1931-33.
Političeskie dejateli Rossii 1917. Biografičeskij slovar', Moskva 1993.

Nota
Nelle fonti italiane s'incontra Gleboff o Gleboff-Aviloff.


Agnese Accattoli
Scheda aggiornata al 10 giugno 2020


N. P. Glebov-Avilov in una foto del 1924





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