Russi in Italia

Napoli, Colonia russa

Giuseppina Giuliano

 

Il golfo di Napoli, incorniciato dalla sagoma del Vesuvio e delle isole di Ischia, Capri e Procida, ha sempre attirato l’attenzione di artisti, scrittori e viaggiatori russi. Hanno realizzato vedute di Napoli i pittori Aleksandr Ivanov, Sil’vestr Ščedrin, Orest Kiprenskij, Aleksandr Ajvazovskij; della città e del suo golfo hanno scritto Nikolaj Gogol’, Konstantin Batjuškov, Evgenij Baratynskij, Vladimir Jakovlev, Vasilij Rozanov, Pavel Muratov e molti altri.

Già nel corso dell’Ottocento si stabiliscono a Napoli e dintorni diverse famiglie russe, per lo più di nobili origini. Tra le più note ricordiamo la famiglia Gorčakov, che aveva acquistato Villa Siracusa a Sant’Agnello di Sorrento (oggi hotel di lusso), in cui agli inizi del XX secolo Elena Gorčakova e la figlia Elena Soldatënkova (1902–1988) accoglievano gli ospiti russi. Molte nobildonne russe hanno sposato importanti personalità napoletane: Ljubov’ Nikolaevna Žerebcova (1855–1897) il marchese Achille Guardati (1854–1911) ed Elena Pavlovna Naryškina (1879–1961) Pompeo Pignatelli, duca di Montecalvo (1868–1960). Ol’ga Pavlovna Vavilova sposa il medico e senatore Ferdinando Palasciano (1815–1891), che fa costruire per lei una lussuosa villa a Capodimonte, oggi nota come Torre Palasciano (nella foto), poi ereditata da una nipote di Ol’ga Pavlovna, Natal’ja Rennenkampf (?–1950) che, arrivata a Napoli durante la Prima guerra mondiale, nel 1917 sposa lo scultore Tommaso Piscitelli (1877–1956). Negli anni Venti la villa è frequentata anche da Benedetto Croce e sua moglie.

Tra Ottocento e Novecento luoghi di incontro di russi residenti o di passaggio a Napoli sono la famosa Stazione Zoologica sul lungomare Caracciolo, e l’abitazione del suo fondatore, Anton Dohrn, in via Crispi. Lo scienziato aveva sposato la figlia di un politico russo, Marija Baranovskaja, e anche il figlio Reinhard sposerà una ragazza russa, Tat’jana Živago.

Tra i russi stabilitisi per vari motivi nel golfo di Napoli alla fine del XIX secolo ricordiamo lo scrittore e giornalista N.N. Firsov, attorno al quale si raccolgono molti visitatori russi, musicisti e scrittori, tra cui Petr Dmitrievič Boborykin (Nižnij Novgorod, 1836 – Lugano, 1921), autore di una serie di saggi riuniti sotto il titolo La Città eterna. Conclusioni su quanto vissuto) (Večnyj gorod. Itogi perežitogo, Moskva 1903), in cui racconta della sua permanenza a Roma nel 1898. Firsov frequenta la famiglia Dohrn e gli scienziati russi che si recano a Napoli per condurre le proprie ricerche alla Stazione Zoologica (Ivan Ognev, Nikolaj Kol’cov, Michail Golenkin, Aleksej Korotnev, Viktor Fausek e sua moglia Julija Fausek).

Alcuni di loro, insieme al dottor Nikolaj Karlovič Čermak (1856–1903), a Isaak Il’ič Šrejder, Firsov e altri letterati – tra cui il filosofo e pubblicista Vladimir Viktorovič Lesevič (1837–1905), lo scrittore e traduttore Evgenij Adol’fovič Ganajzer (1861–1938), e la scrittrice Julija Bezrodnaja (pseud. di Julija Ivanovna Jakovleva, sposata Vilenkina, 1859–1910) – si incontrano al capezzale di Konstantin Michajlovič Stanjukovič (1843–1903), letterato arrivato a Napoli nel novembre 1902 e mortovi nel maggio 1903.

Nella seconda metà dell’Ottocento viene fondata da Federigo Verdinois la prima cattedra di Lingua e Letteratura russa in Italia presso l’Istituto Universitario Orientale; sempre qui, tra il 1926 e il 1930, Ettore Lo Gatto, fondatore e redattore capo della rivista “Russia”, edita a  Napoli nel 1920-1926, insegna Letterature Slave.

Tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo presso la prestigiosa università degli Studi di Napoli (oggi Università di Napoli Federico II) studiano molti giovani di diversi paesi europei. È qui che nel 1886 si laurea in Medicina, prima donna in Italia, Anna Kuliscioff, personalità di spicco del socialismo italiano. In seguito studiano alla stessa facoltà anche molte studentesse russe di origine ebraica: Raisa Charina, Bejla Fabrikant, Revekka Širkes; sempre a Napoli studiano i figli di Michail Bakunin e Antonina Kwjatkowskaja: Marija Bakunina, prima ricercatrice donna presso la cattedra di Chimica organica che ha contribuito con i suoi lavori ai progressi della chimica moderna, Sofija Bakunina, laureata in Medicina, e probabilmente Karl Bakunin.

Documenti ufficiali, pubblicazioni e memorie testimoniano che già prima della Prima guerra esisteva nel quartiere Vomero una colonia di studenti russi, molti di origini ebraiche (nel 1909 sono circa una trentina), che avevano fondato una biblioteca russa e si dedicavano principalmente agli studi senza occuparsi di politica. Sono noti, tuttavia, i tentativi di alcuni socialisti napoletani, tra cui Giovanni Bergamasco, di coinvolgerli in eventi e manifestazioni di protesta contro il regime zarista in seguito alla rivoluzione del 1905 e all’arresto di Maksim Gor’kij a San Pietroburgo. I socialisti napoletani avevano anche pubblicato sulle pagine dei quotidiani locali una richiesta di liberazione del rivoluzionario Michail Goc, arrestato a Napoli nel 1903.

Come a Milano, Genova, Roma e Venezia, anche a Napoli nel 1906 viene organizzata una Associazione del lavoro degli emigrati russi (secondo altre fonti Unione del lavoro) per aiutare i connazionali in cerca di occupazione. A questo scopo il fondatore dell’Associazione Ivan Timkovskij si reca a Napoli nel mese di settembre per presenziare a una riunione nei locali della Borsa. La presidenza della sezione napoletana è affidata a Bergamasco.

Quando nel novembre 1906 Gor’kij arriva a Napoli, viene accolto sia dagli studenti russi del Vomero che dai socialisti italiani, tra cui Arturo Labriola (1873–1959), sposato con Nadežda Aleksandrovna Skvorcova (?–1964), futura autrice di un dizionario russo-italiano. Attorno a Gor’kij, durante i due soggiorni in Italia prima del conflitto mondiale (1906–1913) e poi al termine della guerra civile russa (1924–1933), si creano altre due importanti comunità di studenti, artisti ed esuli politici (si vedano, Gor’kij a Capri dal 1906 al 1913 e Gor’kij a Sorrento 1924-1933).

Durante la Prima guerra mondiale arrivano a Napoli anche la pittrice e poetessa Lidija Kanatova o Kanataro (Odessa, 18.6.1845 – Napoli, 31.1.1923), amica di Tommaso Piscitelli, e lo scultore ebreo-russo Aleksandr Zlatopol’skij. A Ischia si trasferisce la pittrice Lidija Radlova (19023–1965), mentre sulla costiera amalfitana si stabiliscono i letterati Michail Semënov, Lev Nussinbaum e il paesaggista Ivan Zagorujko a Positano; l’artista Vasilij Nečitajlov ad Amalfi; le ceramiste Nadežda Fedotovna Ljubavina (nata Povetkina, 1854–1938) e Irina Vjačeslavovna Koval’skaja (1905–1991) a Vietri sul Mare.

Nello stesso periodo si trasferiscono a Napoli le famiglie del mercante di stoffe Grigorij Geršfel’d (1869 dopo il 1938) e suo figlio Gerc (1896 dopo il 1969), e il mercante di pellicce Aleksandr Landsmann (1878 dopo il 1936). Tutti di origine ebraica, tra gli anni Venti e Trenta i membri di queste famiglie frequentano la Comunità Ebraica di Napoli, tutt’oggi ubicata, insieme all’annessa Sinagoga, a Palazzo Sessa, vicolo Santa Maria della Cappella Vecchia, nel rione Chiaia. Tra loro ricordiamo anche il medico dentista Pavel Vigdorčik, importante punto di riferimento della Colonia.

A Napoli non esisteva una chiesa russa, per cui i fedeli ortodossi frequentavano la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo di rito greco-bizantino situata in via San Tommaso d’Aquino 51.

Dopo la rivoluzione d’Ottobre il numero degli emigrati russi a Napoli cresce enormemente anche grazie alla presenza del porto, a cui approdano e da cui si imbarcano molti esuli diretti verso altri paesi europei o verso l’America.

All’inizio del 1918 il console russo Nikolaj Šlejfer presenta al prefetto una lettera scritta nel dicembre 1917 dai russi residenti a Napoli e Capri diretta all’ambasciatore russo a Roma, in cui si esprimono forti critiche sulla svolta bolscevica (La colonia russa di Napoli contro il tradimento, “L’Epoca”, 2.1.1918). L’ambasciatore Michail Girs trasmette la lettera al ministro degli Affari Esteri Sidney Sonnino: una copia della lettera è infatti conservata presso l’Archivio del Ministero (ASMAE, Archivio Politico, 1915–1918, Russia, b. 174, f. Russia. Rapporti politici).

I documenti della polizia contano negli anni Venti circa un centinaio di russi legalmente registrati. Negli elenchi non rientrano le mogli di nobili napoletani e altre importanti personalità e, verosimilmente, anche molti altri russi che per vari motivi si trovavano in città.

Dal 1918 alla Seconda guerra mondiale partecipano alle attività della Colonia russa Ekaterina Dabiža-Rostkovskaja, moglie di un nipote di Ol’ga Vavilova-Palasciano, e la pittrice Natal’ja Marcinkovskaja.

Dal 1922 al 1926 vivono prima a Napoli e poi a Formia il medico dentista Il’ja Kameneckij, sua moglie Sara Moiseevna Al’tšuler (1886–1968) e i figli Michail (19191995), futuro giornalista con lo pseudonimo di Ugo Stille, e Mira (19212011).

Tra il 1921 e il 1924 sono attivi al giardino Vasto in via dei Mille il Comitato Pro-Russi poveri e la Biblioteca Leone Tolstoj. Qui si organizzano balli e altri eventi mondani e di beneficenza a favore degli esuli. Tra le dame russe che vi partecipano ricordiamo Nadežda Ivanovna Kazakova (nata Burdukova; intorno al 1853 – 9.2.1926, Napoli); la principessa Elena Pignatelli (nata Naryškina; 1879–1961) e la figlia Sofija; Zoja Voronkova, moglie di Ettore Lo Gatto; Elena Nikolaevna Rat’kova-Rožnova (25.7.1867, San Pietroburgo – 8.1.1954, Roma), moglie dell’ex console Nikolaj Šlejfer e madre del musicista Jurij Šlejfer; madame Sviskaja Guarini e molte altre.

Tra i russi con dimora fissa a Napoli negli anni Venti si ricordano anche l’archeologa Ol’ga Ivancova, l’insegnante di lingue straniere Evgenija Ivanovna Lesnikova (1860 ca. – 17.12.1940), il pubblicista Vladimir Frenkel’, l’ex colonnello dell’esercito zarista Aleksej Sergeevič Šeremetev (1884 ca. – 31.3.1935, Napoli).

Come già all’inizio del secolo anche tra gli anni Venti e Trenta molti studenti russi sono iscritti presso la locale università, soprattutto alle facoltà di Medicina e Ingegneria.

A partire dagli anni Trenta le notizie sulla comunità russa di Napoli si diradano. Gli emigrati di prima generazione muoiono o si trasferiscono in altri stati – soprattutto in America o in Israele – e i loro figli e nipoti – molti dei quali nati in Italia – si integrano alla popolazione napoletana o lasciano la città.

A Napoli non vengono fondati organi di stampa in lingua russa, l’unica eccezione è la casa editrice Pironti che nel 1946 pubblica lo Slovo o polku Igoreve per la redazione dello slavista Leone Pacini Savoj (1907–1990) e due libri di versi di Anatolij Gejncel’man: Kosmičeskie melodii (Melodie cosmiche) nel 1951 e Svjaščennye ogni (Fuochi sacri) nel 1955.

Non si è trovata altresì testimonianza della presenza di caffè, librerie o farmacie russe, esistenti invece in altre città italiane. Questa circostanza è un’ulteriore probabile prova della sostanziale integrazione della Colonia russa nella cultura e nel tessuto sociale di Napoli.

 

Fonti archivistiche

ACS A11 da 1911 a 1925.

ACS A16 da 1917 a 1928 .

ACS Affari generali e riservati, 1921, cat. A11, b. 12, f. Sudditi russi.

ACS Affari generali e riservati, 1909, b. 1, f. 18, sottof. 12 Rivoluzionari russi a Napoli.

ASMAE Archivio di Gabinetto, 1910-23, b. 108, f. 130.

ASMAE Archivio Politico, 1915-1918, Russia, b. 174, f. Russia. Rapporti politici.

Archivio di Stato di Napoli, Questura di Napoli, Massime, I versamento, b. 48, f. 959 Russi residenti a Napoli.

Archivio di Stato di Napoli, Questura di Napoli, Massime, I versamento, b. 49, f. 965 Sudditi Sovietici. “Soggiorno nel Regno”.

Archivio Storico della Stazione Zoologica di Napoli.

Archivio della Comunità Ebraica di Napoli.

 

Bibliografia

N. N. Firsov (L. Ruskin), Poslednie polgoda  žizni K. N. Stanjukoviča, “Istoričeskij vestnik” 1905, t. 99, mart, pp. 854-870.

M. Osorgin, Russkie emigranty i “Rimskij s’’ezd”, “Vestnik Evropy”, 1913, n. 7, pp. 183-299.

La colonia russa di Napoli contro il tradimento, “L’Epoca”, 2.1.1918, p. 4.

F. Verdinois, Profili letterari e ricordi giornalistici, Firenze, Le Monnier, 1949.

A. Tamborra, Esuli russi in Italia dal 1905 al 1917, Roma-Bari, Laterza, 1977.

A. A. Kara-Murza, Znamenitye russkie o Neapole, Moskva, Nezavisimaja gazeta, 2002.

M. G. Talalaj, “Nenadežnoe ubežišče”. Russkie žiteli ital’janskogo juga, in Russkie v Italii: Kul’turnoe nasledie emigracii, Moskva, Russkij put’, 2006, pp. 96-112.

Russian Scientists at the Naples Zoological Station. 1874-1934, ed. by S. I. Fokin and C. Groeben, Napoli, Giannini Editore, 2008.

A. K. Lozina-Lozinskij, Solitudine. Capri e Napoli (appunti casuali di un girovago), Roma, Scienze e Lettere, 2010.

 

 

 

 

 

 



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