Russi in Italia

Mojsej Aronovič Bejlinson


Luogo e data di nascita: Governatorato di Jaroslav', 5 ottobre 1889
Luogo e data di morte: Tel Aviv, 19 novembre 1936
Professione: medico, giornalista, traduttore, saggista, leader sindacale

Dopo aver studiato nelle università di Mosca, Friburgo e Basilea ed essersi laureato nel 1913 in medicina, Mojsej (Mosè, Moyshe, Moše, Moshè) Bejlinson (Beilinson) arriva in Italia alla fine della Prima guerra mondiale. Militante sionista già in Russia, in Italia diviene immediatamente una figura di spicco all’interno di quel movimento. Fra l’altro, è presidente del gruppo sionistico “Avodà”, che unisce personalità disparate come il socialista Enzo Sereni e il sionista revisionista salonicchiota Isacco Sciaky, fervido seguace di V.Z. Žabotynskij e allievo di Giovanni Gentile.

Forse l’incontro più importante della parentesi italiana di Bejlinson è quello con Dante Lattes, figura centrale della vita culturale ebraica italiana della prima metà del Novecento (cfr. http://www.treccani.it/enciclopedia/dante-lattes_(Dizionario-Biografico)/) insieme danno vita a uno dei progetti più ambiziosi del mondo ebraico italiano di quel periodo: proporre al lettore italiano la traduzione di un canone dei testi fondamentali della letteratura e del pensiero ebraico contemporaneo – un pensiero che sostanzialmente nasceva e affondava le sue radici nell’Europa Centro-Orientale. Nel giro di soli 5 anni Lattes e Bejlinson pubblicano tredici volumi, per la maggior parte presso la casa editrice Israel, ma anche grazie ad editori nazionali rinomati, come Laterza. Fra questi diversi testi sul sionismo e anche le prime traduzioni italiane di Martin Buber: Sette discorsi sull’ebraismo e La leggenda del Baal Shem Tov. All’interno di questo progetto si situa la raccolta dal titolo Novelle ebraiche, composta da 13 racconti di Yitskhok Leybush Peretz, considerato da molti il più grande narratore in yiddish, e 10 brani di Sholem Asch. Si tratta quasi certamente della prima traduzione italiana dallo yiddish. La cura del volume è firmata dallo stesso Bejlinson, che ne redige anche una lunga introduzione, e da Lina Lattes, coltissima e poliglotta figlia di Dante. Non dirette, come sarà il caso della maggior parte delle traduzioni dallo yiddish di questo periodo, alla poco numerosa comunità dei lettori ebrei italiani, Le novelle ebraiche, che già nel titolo indicano l’intento universalista dei suoi curatori, sono pubblicate dalle edizioni de “La Voce”, la più influente rivista letteraria italiana di inizio Novecento.

Nella Prefazione (che, dietro richiesta di Goffredo Fofi, verrà riproposta inalterata nell’edizione feltrinelliana dei testi di Peretz del 1980) Bejlinson, su posizioni yiddishiste come molti intellettuali ebrei socialisti dell’Europa Centro-Orientale, presenta e difende questa lingua ancora marginale e disprezzata con toni del tutto nuovi e inusitati nel nostro paese: “La letteratura nazionale ebraica, quella che ci rivela i tratti caratteristici del moderno spirito d’Israele e ci dà l’immagine della vita delle folle ebree, è sorta e vive soltanto presso i grandi conglomerati del popolo ebreo che si sono formati negli ultimi 4 o 5 secoli nella Polonia, nella Galizia, nella Russia meridionale, nell’Ungheria e, negli ultimi decenni, nell’America, soprattutto negli Stati Uniti. Scritta nelle lingue degli ebrei, nata e cresciuta nell’ambiente ebraico, essa è letteratura nazionale anche se elabora motivi che non portano i segni caratteristici dell’ambiente ebraico [...] il moderno pensiero ebraico, che riconosce senza riserve come sua lingua nazionale l’ebraico, l’yiddish, e la letteratura yiddiscista conservano però una loro indiscutibile importanza quali formazioni altrettanto specifiche dello spirito ebraico e specchio fedele dell’anima ebrea contemporanea” (pp. 5-6; 9-10).

Nel periodo trascorso in Italia Bejlinson collabora con  diversi giornali: il settimanale antisovietico “La Russia”, pubblicato a Roma dal 2 dicembre 1917 al 24 luglio 1918, il settimanale socialista “La Russia del lavoro” (1920-1921), le riviste italiane “l’Europa Orientale”, “Critica sociale” e “Rassegna mensile di Israel”, è corrispondente dall’Italia dell’agenzia “Jewish Telegraphic Agency”, traduce la storia della letteratura ebraica dello storico di origine lituana Joseph Klausner  (Klausner J. Storia della letteratura neo-ebraica / trad. autorizzata di D. Lattes e M. Beilinson. Roma: Alberto Stock, 1926), entra in contatto con molti russi ebrei emigrati a Roma (da Petr Rutenberg a Ksenija Pamfilova e Zabotinskij) ed è tra i fondatori dell’Associazione per l’assistenza agli ebrei vittime di pogrom insieme a Grigorij Šrejder i Isaak Šrejder.

Nel 1924 Beilinson, considerato colui che ha introdotto in Italia il sionismo socialista operaista (movimento cui si ispira, ad esempio, la vita e l’opera di Sereni), lascia l’Italia per la Palestina. Qui diventa portavoce del movimento laburista ed è fra i fondatori del quotidiano socialista “Davar” (1925-1996). Nel 1936, anno della sua morte improvvisa, è fra i fondatori dell’ospedale di Petah Tikva che porta il suo nome. L’ospedale, poi realizzato nel progetto di Bejlinson, è oggi parte del complesso Rabin Medical Centre, uno dei più avanzati in Israele e serve le colonie agricole della zona. Tutti i lavoratori ebrei della Palestina centrale donarono due giorni di lavoro per la sua costruzione.

 

Pubblicazioni (opere tradotte o co-tradotte)

I.L. Perez e S. Asch, Novelle ebraiche, traduzione di Lina Lattes e Mosè Beilinson, Firenze, “La Voce”, 1921.

Auto-emancipazione ebraica: scritti di Jehudah Leib Pinsker, Achad-Haam, Menachem Ussishkin. Firenze, Casa Editrice Israel, 1922.
A. Ruppin, Gli ebrei d'oggi dall'aspetto sociale, trad. di M. Bejlinson e D. Lattes, intr. di E. Morselli. Torino, F.lli Bocca, 1922.

M. Buber, Sette discorsi sull'ebraismo, trad. di M. Bejlinson e D. Lattes, Firenze, Casa Editrice Israel, 1923.

C. H. Cornill, I profeti d'Israele, trad. di M. Bejlinson e D. Lattes, pref. di F. Momigliano. Bari, Laterza, 1923.

Il Talmud: Scelta di massime, parabole, leggende, per cura di Mosè Beilinson e Dante Lattes, Torino, G. B. Paravia e C., 1924.

C. Weizmann, Saggi e discorsi, trad. di M. Bejlinson e D. Lattes, Firenze, Israel, 1924.

R. Travers Herdford, I Farisei, Bari, Laterza, 1925.

M. Buber, La leggenda del Baal-Scem, Firenze, Casa Editrice Israel, 1925.

A. Rundt, Palestina: impressioni di viaggio, Firenze, Casa Editrice Israel, 1925.

J. Klausner, Storia della letteratura neo-ebraica, Roma, Alberto Stock, 1926.

Il sionismo nel pensiero dei suoi capi: Teodoro Herzl, Max Nordau, Nahum Sokolow, Chajm Weizman, Firenze, Casa Editrice Israel, 1925.

Pubblicazioni (articoli)
Ebrei russi e “bolscevichi” // Israel, 1918, № 15. Р. 2.
Gli ebrei in Russia // Minerva. 1918. № 23. P. 789–790.
Il motivo sociale del movimento nazionale ebraico // La critica sociale. 1920. № 20. Р. 312–315.
Pogromy // La Russia del lavoro. 18.2.1920. № 5. P. 7–8.
Prefazione // Peretz I.L., Ash S. Novelle ebraiche, Firenze: La voce, 1921. Р. 5–26 [ripubblicato in Isaac L. Peretz, Novelle ebraiche, pref. di Mosè Beilinson, Feltrinelli, Milano, 1980, pp. 5-29].
I grandi problemi degli ebrei di Germania // Rassegna Mensile di’Israel. 1933, n. 1-2, pp. 19-24.
Un momento di gloria alla estraneità ebraica // Rassegna Mensile di’Israel, 1950 n. 5, pp. 210-215.

Archivi
ACS. PS. 1921 A11. B. 13. F. Beilinson dott. e Bustain prof.
CDEC. Centro di documentazione ebraica.

Bibliografia
Bejlenson Moshe // Kratkaja evrejskaja enciklopedija. Ierusalim, Keter, 1976, t. I, p. 317.
Хазан В. Пинхас Рутенберг. От террориста к сионисту. Опыт идентификации человека, который делал историю: В 2 т. М.: Мосты культуры; Иерусалим: Гешарим, 2008.

Link
http://benyehuda.org/beilinson/
https://www.encyclopedia.com/religion/encyclopedias-almanacs-transcripts-and-maps/beilinson-moshe
https://eleven.co.il/zionism/from-balfour-to-state/10468/


Laura Quercioli
19 maggio 2020



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