Russi in Italia

Karl Michajlovič Bakunin


Luogo e data di nascita: Vevey (Svizzera), 5 maggio 1868
Luogo e data di morte: Ginevra, 1943
Professione: ingegnere

 

Figlio del rivoluzionario e filosofo Michail Bakunin e di Antonina Kwjatkowskaja (1840 o 1843 –1887), di origini polacche, tracorre l’infanzia a Ginevra, dove la sua famiglia è riuscita a fuggire dall’esilio in Siberia. Il padre muore a Berna nel 1876 e Karl si trasferisce a Napoli con la madre e le sorelle Marija e Sofija. Qui prendono alloggio in una villa di Capodimonte di proprietà del noto avvocato socialista Carlo Gambuzzi (1837–1902), il quale nel 1879 sposa Antonina Kwjatkowska. I due si erano conosciuti negli anni 1865-1867, periodo in cui Antonina visse a Napoli, e Gambuzzi è probabilmente il padre naturale dei tre figli di lei.
Non si hanno notizie dei suoi anni di studio, che probabilmente avvennero a Napoli. Nel 1893 vive in Sardegna, a Sassari; acquista a Bosa la prestigiosa tenuta Il latifondo di Minerva, dove risiede fino al 1904 con la famiglia: Maria Canetto (nata a Bosa nel 1869), figlia di un noto e ricco avvocato, sposata nel 1894, e i tre figli: Giovannangela (Roma, 1896 – 1975), Michele (Roma, 1898 – ?) и Luigi (Sassari, 12.12.1900 –1940); un altro figlio muore a Roma in tenera età.
Secondo la polizia francese, Bakunin dilapida il patrimonio della moglie al gioco d’azzardo; alla fine del secolo si reca anche Russia nei possedimenti dei Bakunin a Prjamuchino, per capire se gli spetta qualcosa in eredità, ma ritorna in Italia a mani vuote. Nel 1904 la villa di Bosa è sequestrata e venduta all’asta; la famiglia si trasferisce a Roma, in via Condotti, ma dopo poco Bakunin abbandona moglie e figli per fuggire a Nizza, dove finge di suicidarsi. Assediato dai creditori, subisce una serie di processi per falso e truffa sia in Italia che in Francia.
Nel 1909 si risposa con la cittadina francese Clémentine-Hélene Simon, vedova Lamonnier (nata a St. Servan nel 1867), con la quale vive ad Annemasse, in Savoia, fino alla Prima guerra mondiale, quando per sospetto spionaggio a favore degli Imperi Centrali, è espulso dai territori francesi e italiani (dalle autorità italiane e francesi è schedato come l’anarchico Carlo Saverio Bakounine, poi come pubblicista sovversivo secondo la circolare ministeriale del marzo 1921).
Nel giugno 1916 si stabilisce a Ginevra, dove organizza l’ufficio di collocamento “Usines de France”, ma l’agenzia è sospettata di reclutare operai da inviare come spie in Francia, il suo socio è arrestato. Fino al 1920 non riesce ad ottenere dalle autorità italiane il visto per andare a trovare i figli residenti a Napoli (Michele e Luigi sono ufficiali dell’esercito italiano). Munito di passaporto Nansen, riesce a venire in Italia per brevi soggiorni negli anni successivi (1921, 1924, 1927, 1928, 1931, 1932); l’ultimo documento sul suo conto, conservato negli archivi italiani, risale al 1932 (si accenna ad un terzo matrimonio con una donna di nome Maria).


Fonti archivistiche

ACS. PS. UCI. B. 62. F. 1564 Bakounine Carlo.

ACS. PS. A4. B. 42. Bakounine Carlo.

 

Bibliografia

Дёмин В.Н. Бакунин. М.: Молодая гвардия, 2006.

Colella C. Marussia Bakunin: una rilettura aggiornata della vita e della carriera // Atti dell’Accademia Pontaniana. Vol. LXIII (2014). Napoli: Giannini editore, 2015. C. 123–165.


Link

http://www.araldicasardegna.org/genealogie/feudi/feudo_della_minerva.htm

 

Nella foto Michail Bakunin e Antonina Kvjatkovskaja negli anni Sessanta.


Agnese Accattoli
5 gennaio 2021



Maria Canetto, prima moglie di Karl Bakunin



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