Conosce U. Zanotti-Bianco, a cui si rivolge in un momento di estrema difficoltà (la lettera, redatta su carta intestata del Gruppo Accademico Russo in Italia-Segretariato, risulta priva di data):
Oso di ricorrere alla Sua bontà sapendo che Lei era sempre generoso e questo verso i poveri lavoratori intellettuali. Ho dato tutta la mia vita alla saccenza senza chiedere nulla e sapevo sempre resistere nella tentazione di deviare cambiamenti la professione. Coll’insegnamento privato potevo fino adesso di vivere e di non lasciare l’Italia che amo tanto. Adesso l’esaurimento fisico del’organismo dopo intenso lavoro di ultimi anni (senza un giorno di riposo) mi costringe di lasciare unico mezzo dell’esistenza almeno per un mese. Sono stato rivolto agli miei conoscenti prof. univ. italiani i quali m’hanno promesso di trovare l’aiuto (borsa, traduzioni…) però ci vuole un po’ di tempo. Ho 38 anni larga erudizione e cultura perciò saprò di vincere e restituire tutto che ho dovuto domandare nei giorni tristi della mia vita. Prego di scusarmi per la mia domanda e credere che Lei legge la lettera di una persona veramente bisognosa.