Russi in Italia

Tat’jana Nikolaevna Isačenko Gzovskaja


Luogo e data di nascita: Mosca, 18 marzo 1901
Luogo e data di morte: Berlino, 29 settembre 1993
Professione: danzatrice, coreografa, insegnante di danza

Sua madre è Klavdija Isačenko, attrice di teatro e ballerina russa che fonda nel 1920 la Piccola scuola di balletto a Belgrado. Studia danza classica e moderna a Pietroburgo e nella scuola di Dalcroze a Hellerau e in seguito lavora al Mariinskij Teatr. Durante la guerra insegna a Ekaterinodar (Krasnodar), qui entra a far parte del Teatro sperimentale di Krasnodar, dove incontra Viktor Gzovskij e lo sposa. Nel 1925 la coppia lascia l'URSS e si stabilisce a Berlino. G. comincia a lavorare come ballerina e coreografa per spettacoli di varietà ed è in questa attività che si inquadra la prima trasferta in Italia, avvenuta nel 1926, per uno spettacolo con il marito Viktor presso il ristorante di Milano "Grande Italia". Nel 1928 i Gzovskie fondano una loro scuola professionale di danza, che diviene la più importante di Berlino. L'attività di coreografa comincia nel 1935 con la messa in scena del Don Juan di C. W. Gluck a Essen.
A G. si deve la rinascita del balletto tedesco dopo la Seconda guerra mondiale: negli anni tra il 1945 e il 1952, l'amministrazione sovietica la pone a capo del corpo di ballo del Teatro nazionale dell'Opera di Berlino Est (Deutsche Staatsoper). Con l'avvento del realismo socialista e la messa al bando di una serie di autori, Gzovskaja sceglie di passare a Berlino Ovest con una parte della compagnia. Qui ottiene il plauso del pubblico mondiale con il balletto L'idiota, creato da lei per il Berliner Ballet nel 1952 e presentato il 17 settembre al Teatro La Fenice in occasione della Biennale di Venezia di musica contemporanea. Dopo una breve parentesi al Colón di Buenos Aires, nel 1954 è di nuovo in Germania e fino al 1966 guida il corpo di ballo dell'Opera nazionale di Berlino Ovest (dal 1961 Deutsche Oper Berlin), di cui diviene in seguito direttore artistico (1961-66) e insegna all'Accademia di Danza di Berlino da lei fondata.
Contemporaneamente alla brillante carriera nella danza tedesca, di cui è considerata uno dei maggiori rappresentanti, G. collabora con numerosi teatri internazionali, tra cui la Scala di Milano, dove nel decennio 1953-63 presenta diverse coreografie. A Milano mette in scena per la prima volta l'opera di Carl Orff, Il trionfo di Afrodite (Carmina Burana) nel 1953, la cui coreografia, molto applaudita, è definita "complessivamente magistrale" («Corriere della Sera», 15 febbraio 1953).

L'anno successivo per il teatro scaligero cura la regia e la coreografia de Les noces di I. Stravinskij, giudicata positivamente nonostante le riserve espresse sull'opera:

Alla favola che sostiene con il suo gracile snodarsi la vicenda degli sposi che celebrano festosamente il loro patto nuziale nelle Noces di Strawinski manca, in modo quasi assoluto, quell'elemento "trascinante" di emozione poetica che giustifica e rende necessario quel particolare tipo di eloquenza scenica tradotta in composizioni figurative che si chiama coreografia. [...] La regista e coreografa Tatiana Gsovsky e, per la sua parte, la scenografia di Nicola Benois, hanno compreso il rischio di questi "vuoti d'aria", come li chiamano gli aviatori, che rendono periglioso il viaggio dei due sposi verso l'apoteosi finale, e hanno cercato di inserire, in un quadro e in una tematica decisamente folcloristici, elementi mimici e scenici quasi astratti, per arrivare al puro arabesco. I motivi realistici della scenografia sono disposti in un irrequieto mosaico di immagini che non spiacerebbero a Chagall, e l'invenzione finale, con il "trionfo" aereo, su tre piani di figure sollevate quasi magicamente, è, nel gusto registico, una delle più singolari e indovinate fra quante se ne sono viste in questi ultimi anni («Corriere della Sera», 29 gennaio 1954).

Ancora alla Scala vanno in scena nel 1955 Mavra di Igor' Stravinskij («Corriere della Sera», 31 maggio 1955), nel 1960 il Dottor Faust di F. Busoni e nel 1963 Ali Babà di L. Cherubini.

Nel corso della sua carriera, G. mette in scena circa 150 balletti, fortemente influenzati dagli sviluppi delle arti e della letteratura contemporanei. Per il suo contributo alla diffusione del balletto classico russo in Europa occidentale, nel 1963 riceve in Francia il premio Djagilev, mentre nel 1983 è insignita del premio tedesco per la danza.

Bibliografia
C. Gatti, Il teatro alla scala. Nella storia e nell'arte (1778-1963). Cronologia completa degli spettacoli e dei concerti a cura di Giampiero Tintori, Milano, Ricordi, 1964.
Russkij balet. Enciklopedija, red. koll. E. P. Belova, G. N. Dobrovol'skaja, V. M. Krasovskaja, E. Ja. Suric, N. Ju. Černova, Moskva, Soglasie, 1997, p. 127-128.
International Encyclopedia of Dance, vol. III, New York-Oxford, Oxford University Press, 1998, p. 317-18.
H. Koegler, Dizionario Gremese della danza e del balletto, ed. it. a cura di A. Testa, Roma, Gremese 1998.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1926, cat. A16, b. 46, f. Isatschenko-Gsowsky Vittorio e Tatiana

Nota
Nelle fonti italiane s'incontra Tatiana Isatschenko-Gsowsky.

Nell'immagine in alto una foto della danzatrice da http://www.dbft.de/.../tatjana-gsovsky/

Agnese Accattoli
Scheda aggiornata al 20 febbraio 2010


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