Lino Cappuccio
Leonid Treskovskij
Luogo e data di nascita: Perugia, 3 luglio 1909
Luogo e data di morte: Velletri, 7 luglio 1991
Professione: pubblicista, scrittore, traduttore
Figlio di un ufficiale italiano che aveva prestato servizio a Pietroburgo e aveva sposato Aleksandra Treskovskaja (morta a Firenze nel 1952). Negli anni Venti vive a Firenze, dove fonda l’“Unione culturale tra Italiani ed emigrati russi” e progetta una serie di “scritti per la volgarizzazione della storia, della civiltà e della cultura russa”, di cui esce solo il volume
Viva la Santa Russia! (1929). Come esperto di cristianesimo ortodosso, collabora con l’Associazione Cristiana dei Giovani, organizzazione protestante affiliata all’YMCA, da cui viene allontanato per malversazioni. Nel 1931 si trasferisce a Milano e inizia un’intensa attività pubblicistica; notevole successo ha il suo volume sulle persecuzioni antireligiose
URSS regno dell’Anticristo (1932), basato su materiale di prima mano da lui stesso raccolto e tradotto, che è recensito dal suo amico
Georgij Lukomskij su“Emporium” nel novembre 1932 e dal vescovo cattolico Ambrogio Portaluppi (1863–1923) sul quotidiano “L’Italia” (5 agosto 1932).
Nel 1933 Cappuccio dà vita ad una rivista di saggi divulgativi e di traduzioni, “Russia”, che riprendeva il titolo della gloriosa iniziativa di Ettore Lo Gatto, ma di cui uscirono solo 3 fascicoli tra febbraio e aprile 1933 (Edizioni Russia, Via Torino 51, Milano). Il primo fascicolo era aperto da una
Premessa dell’editore la quale, pur dichiarando che “questa collana non è, né sarà mai l’organo o il portavoce di un determinato gruppo politico della emigrazione russa”, si chiudeva con lo slogan “Il Comunismo morrà - La Russia non morrà!” (Kommunizm umret - Rossija ne umret!), che era quello dell’organizzazione clandestina “Bratstvo Russkoj Pravdy”. Vi collaborarono il colonnello Aleksandr Eristov-Gramotin, il principe
Aleksandr Volkonskij, Lukomskij, ecc. Colpiva nelle pagine della rivista la pubblicità di diverse organizzazioni antibolsceviche, tra cui spiccava la “Entente Internationale Anticommuniste” di Théodore Aubert (1878–1963) con sede a Ginevra, collegata alla rivista antibolscevica di Parigi, “La Vague Rouge”, che facevano intendere contatti non occasionali con le organizzazioni dell’emigrazione russa.
Dal 31 luglio al 24 agosto 1933 Cappuccio compie un viaggio in URSS con un gruppo di turisti ed è presentato come “un dotto, gentile e simpatico scrittore milanese” nel resoconto di quel viaggio scritto dal sacerdote cattolico Angelo Maria Zecca: Come è diretta oggi la Russia. Relazione di un viaggio nell’URSS (Piacenza: Casa ed. Apuana, 1935, p. 40). Nello stesso anno pubblica il romanzo L’esagramma, in cui si racconta di un “Super-Governo” ebraico internazionale la cui esistenza e i cui piani sarebbero stati svelati dai “protocolli dei Sapienti di Sion” , che Cappuccio espone distesamente, accreditandone la pubblicazione nel 1901. Anche la Rivoluzione Russa, organizzata dall’ebreo Trotzky e dal "tartaro" Lenin, faceva parte di questo millenario complotto ebraico. Il romanzo, apparso a puntate in fascicoli illustrati, viene poi raccolto in volume per le oscure edizioni “Il Successo” di Milano.
Sempre nel 1933 Cappuccio pubblica Visioni russe (Milano: Impresa Editoriale L. Cappuccio, 1933) e si dedica alla traduzione dal russo di racconti di Anton Cechov, Ivan Turgenev e Arkadij Averčenko. Da buon poligrafo, si esercita nella versificazione, pubblicando XXVIII Ottobre - poema della Rivoluzione fascista (Roma: Edizioni Poesis, 1931) e alcune poesie sulla rivista “Nuovo Futurismo”, da lui fondata nel 1934.
Verso la metà degli anni Trenta la sua vena pubblicistica dilaga a tutto campo: scrive narrativa d’avventura, fonda collane di romanzi popolari, stila numerose monografie divulgative di storia dell’arte, ma il suo interesse principale rimane sempre vòlto alla Russia ed ha occasione di riemergere alla fine del decennio, anzi, di produrre il suo contributo di maggior impegno: U.R.S.S. Precedenti storici. Organizzazione interna. Politica estera, pubblicato dall'istituto per gli studi di politica internazionale nel periodo del vergognoso accordo tra la Germania nazista e l’Unione Sovietica staliniana (settembre 1939 - 22 giugno 1941). A dispetto dell’antibolscevismo fin qui professato, nel libro Cappuccio fa una distinzione tra il “marxismo internazionalista” (di Lenin e Trockij) e il “nazional-comunismo” staliniano che “non è in antitesi con la civiltà europea” (pp. 442-443); anzi, “per la forma del suo regime, la Russia si avvicina assai più agli stati totalitari [Germania e Italia] che non alle grandi democrazie” (p. 446), e una collaborazione con essi è possibile e auspicabile, tanto più che “l’elemento ebraico, il quale era pressoché onnipotente all’indomani della rivoluzione d’ottobre [...], da qualche anno è scomparso, falciato dai plotoni d’esecuzione, a profitto dei veri russi” (p. 444). Dunque, con Stalin “la Russia [...] prende la sua rivincita su quella creazione artificiale che era l’Unione delle Repubbliche socialiste sovietiche voluta da Lenin e dalla sua congrega giudaica” (p. 447), anticipando in maniera sorprendente le posizioni espresse dall’odierna destra giudeofoba russa. A seguito dell’aggressione della Germania all’URSS, cambia di nuovo opinione sulla Russia sovietica e torna in Russia con la divisa dell’ARMIR. Dopo la caduta del fascismo (25.VII.1943) e l’armistizio (8.IX.1943) aderisce alla Repubblica Sociale Italiana, tiene conversazioni filo-fasciste e antisemite da “Radio-Monaco”, pubblica sulla stampa di Salò, dal settembre 1944 all’aprile 1945 dirige “Il Barbagianni”, settimanale satirico del regime e firma il manifesto degli intellettuali fascisti.
Trasferitosi a Roma dopo la fine della guerra, nel nuovo clima politico Cappuccio mette a frutto le sue competenze, dando vita a un Centro di Documentazione (poi Agenzia di Stampa) “Est-Ovest” con sede a Roma in Piazza Augusto Imperatore, 27, di cui non poté assumere la direzione per via delle condanne subite per le sue malversazioni. All’agenzia affiancò una piccola casa editrice Mundus, che nel 1938 pubblicò l’unica edizione italiana tradotta dal russo dal principe
Nikolaj Ževachov dei Protocolli dei saggi di Sion di S.A. Nilus (
Chi sono questi ebrei! I protocolli dei saggi di Sion. Sensazionale documentario. Milano: Mundus, 1938).
In età avanzata viene ricoverato in una casa di riposo a Velletri.
Pubblicazioni
L. Cappuccio, Viva la Santa Russia! Firenze: Tip. B. Coppini&C., 1929.
XXVIII Ottobre — poema della Rivoluzione fascista. Roma: Edizioni Poesis, 1931.
URSS regno dell’Anticristo. Caronno Milanese: Edizioni dei Tre, 1932.
L’esagramma: romanzo storico. Milano: Il successo, 1932–1933.
Visioni russe. Milano: Impresa Editoriale L. Cappuccio, 1933.
U.R.S.S. Precedenti storici. Organizzazione interna. Politica estera. Milano: Istituto per gli studi di politica internazionale, 1940.
Bibliografia
E. Damiani, rec. a Viva la Santa Russia!, "Leonardo" 1930, n. 6, pp. 394-395.
G. Lukomskij, Russia religiosa, “Emporium”, 1932, vol. LXXVI, № 455, pp. 296-308.
A. Zecca, Come è diretta oggi la Russia. Relazione di un viaggio nell’URSS. Piacenza: Casa ed. Apuana, 1935.
N.D. Ževachov N.D. Chi sono questi ebrei! I protocolli dei saggi di Sion. Sensazionale documentario. Milano: Mundus, 1938.
C. G. De Michelis, Итальянский ценитель «Протоколов» Лино Каппуччо // История, культура, литература: к 65-летию С. Ю. Дудакова. Иерусалим: Hebrew University of Jerusalem & Center for Slavic Languages and Literatures, 2004. C. 69–76.
F. Millefiorini, “Bisogna creare” di Lino Cappuccio, "Rivista di letteratura italiana" 2009, № 3, pp 175–183.
V. Pinto, Ebraismo e bolscevismo: “L’esagramma” di Lino Cappuccio-Treskovsky, in V. Pinto, La terra ritrovata. Ebreo e nazione nel romanzo italiano del Novecento. Firenze: Giuntina, 2012.
Cesare G. De Michelis
Scheda aggiornata al 4 novembre 2018
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