Russi in Italia

Karl-Avgust Romanovič Kačorovskij


Luogo e data di nascita: Odessa, 16 agosto 1870
Luogo e data di morte: Belgrado, dopo il 1937
Professione: rivoluzionario, economista, statistico

Figlio di un medico militare, nasce a Odessa e compie gli studi a Simferapol’ e Pietroburgo. Qui, finito il ginnasio, prende parte al movimento rivoluzionario e nel 1890 è arrestato. Esiliato nel 1892 prima a Omsk e poi a Vernyj, comincia a occuparsi di economia agraria e dell’obščina russa sotto la guida del noto studioso di statistica Vasilij Nikolaeviv Grigor’ev (1852–1925), collabora con diversi giornali e pubblica i propri lavori sulla questione contadina in Russia. Nel 1900 esce a San Pietroburgo la sua opera più importante, L’obščina russa [Russkaja obščina].
Divenuto un elemento di spicco del partito socialista rivoluzionario, nel 1903 va all’estero per evitare un nuovo arresto, a Parigi insegna all’Istituto russo di scienze sociali M.M. Kovalevskij. Nel 1906 torna in Russia in seguito a un’amnistia e fonda a Odessa l’Accademia socialista rivoluzionaria per lo studio della campagna russa e dell’economia agraria. Cura la seconda edizione di Russkaja obščina e la pubblicazione di un nuovo lavoro, Narodnoe pravo (Mosca 1906).
Nel 1909 si trasferisce per motivi di salute in Italia, dove svolge un ruolo significativo all’interno della comunità russa e continua la sua opera di revisione del pensiero ideologico ed economico del populismo, radunando attorno a questa attività una piccola comunità a Cavi di Lavagna.
Alla fine del 1917 insieme a Boris Jakovenko fonda il giornale antibolscevico «La Russia», dove si esprime a favore della guerra e dei principi democratici della rivoluzione russa, ma già nel giugno 1918 prende le distanze dalla corrente dominante tra i membri della colonia russa, non aderendo alla Lega russa per il risorgimento della patria, fondata a Roma nell’aprile 1918, organismo animato da uno spirito eccessivamente conservatore.
Negli ultimi anni Kačorovskij collabora con diversi giornali italiani: «Il Giornale del Popolo», «Il Messaggero», «L’Unità» di Salvemini, «La Voce Repubblicana». Nel 1919 insieme a Jakovenko e Vsevolod Dmitrevič Šebedev è colpito da un decreto di espulsione dall’Italia, la cui attuazione è fermata da una grande campagna stampa in suo favore. Nell’archivio Centrale dello Stato di Roma sono custoditi i telegrammi di protesta che varie personalità inviarono spontaneamente in quell’occasione alle autorità di polizia in sua difesa, tra loro Bissolati, Canepa, Turati, Salvemini. Il fascicolo contiene anche un lungo memoriale in italiano, Mio curriculum vitae, scritto da Kačorovskij nel dicembre 1919 per convincere le autorità non solo a fermare il provvedimento “in altissimo grado offensivo e nocivo per me”, ma anche ad annullarlo definitivamente in via formale (ACS, PS, A11, 1925, b. 17).
Nel 1921 partecipa alla campagna di soccorso per la carestia in Russia e continua a propagandare i principi della democrazia contadina in Russia.
Nel 1923 chiede al Ministero della Pubblica Istruzione di permettergli di fondare una casa editrice russa, sollecitando l’appoggio morale del Governo “mettendo in evidenza l’importanza di un ravvicinamento culturale fra Italia e Russia”. Il progetto non è poi messo in pratica, ma non incontra l’ostilità dalle autorità italiane, le quali non si opposero all’iniziativa, pur ritenendo che “non convenga sostenere con manifestazioni ufficiali di consentimento da parte dei poteri dello stato l’impresa culturale che il Caciorowski sta organizzando” (ACS, PS, A11, 1925, b. 17).
In seguito Kačorovskij si trasferì a Praga, dove prese parte alla vita dell’Istituto scientifico russo. Intorno al 1930 viveva già a Belgrado, dove aveva assunto una posizione di rilievo tra gli emigrati russi, pubblicava sui giornali «Russkoe bogatstvo», «Novoe Slovo» e altri.  Probabilmente è morto a Belgrado durante la Seconda guerra mondiale.

Pubblicazioni
Russkaja obščina, Spb, 1900; 2° edizione, Spb. 1906.
Narodnoe pravo, Moskva 1906.
Social'nyj stroj Rossii, Praga 1926.
Čto delat’ russkoj emigracii. Stat’i Z. N. Gippius i K. R. Kačorovskogo, Pariž 1930.
O kursach i kružkach obobščajuščego naučnogo izučenija Rossii, Belgrad 1937.
Put’ Rossii, Belgrad 1937.
Zarubež’e i otečestvo. V čem my soglasny. Čto nam delat’? Blagrad 1937.
Caciorovsky Carlo, Le vie sono aperte, Roma, La Speranza, 1919.
La Grande Rivoluzione Russa // La Russia. 7.12.1917. № 2.
I bolsceviki e il «bolscevismo» // La Russia. 21.12.1917. № 3.
Il socialismo russo // La Russia. 18.1.1918. № 5.
Il programma di pace // La Russia. 26.1.1918. № 6.
L’Italia e la Russia // La Russia. 2.2.1918. № 7.
Pace demagogica // La Russia. 17.2.1918. № 9.
Russia smembrata o decentrata? // La Voce dei Popoli. 1918. № 2. Р. 40–48.
La Russia plurinazionale // La Russia. 1918. № 5–7. Р. 3–8.
I bolscevichi e i massimalisti // La Russia. 17.3.1918. № 12.
L’intervento della Russia al Congresso della pace // La Voce dei Popoli. 1918. № 9. Р. 82–91.

Fonti archivistiche
Archivio centrale dello Stato, Roma, Ministero dell’Interno, Direzione Generale della Pubblica Sicurezza, Divisione Affari generali e riservati, 1925, cat. A11, b. 17, f. Caciorowski Carlo fu Romano ed altri.
ASMAE. MinCulPop. B. 282.
Hoover Institution Archives. B.I. Nikolaevsky Collection. B. 125. F. 23.


Stefano Garzonio, Agnese Accattoli
Scheda aggiornata al 1 gennaio 2021




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