Russi in Italia

900


Sottotitolo: Cahiers d'Italie et d'Europe.
Rivista trimestrale redatta in francese, fondata e diretta da Massimo Bontempelli nel 1926, stampata dalle edizioni della Società romana della Voce e poi dalla Società Sapientia di Roma. Codiretta nei primi numeri da Curzio Malaparte, che in seguito si ritira in forte polemica con Bontempelli, la rivista è da subito bersaglio di violenti attacchi da parte della stampa fascista a causa della prospettiva cosmopolita del progetto e della dimensione internazionale della redazione, divisa tra Roma e Parigi. Tra i redattori stranieri figurano Virginia Woolf, Ramón Gomez de la Serna, Pierre Mac Orlan, Max Jacob, James Joyce, Georges Ribemont-Dessaignes. Il segretario della redazione romana è Corrado Alvaro, quello della redazione parigina è Nino Frank, che nel 1927 guadagna alla rivista la collaborazione dello scrittore sovietico Il’ja Erenburg, il cui racconto di chiaro sapore antifascista uscito sul terzo cahier del 1927 è ritenuto la causa della chiusura di «900». La rivista riprende le pubblicazioni nel luglio del 1928 in una veste molto mutata: in formato più grande, senza comitato internazionale, in lingua italiana e con periodicità mensile. L’ultimo numero è del giugno 1929. Nei suoi tre anni di vita riesce a far conoscere per la prima volta in Italia brani dell’Ulisse di James Joyce e della Signora Dalloway di Virginia Woolf, gli inediti di Anton Čechov e “Le memorie postume del vecchio Teodoro Kusmic” di Lev Tolstoj. La rivista è stata interamente schedata dal 1926 al 1929 (Agnese Accattoli).

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