Russi in Italia

Elena Aleksandrovna Izvol’skaja


Luogo e data di nascita: Roma, 12 luglio 1896
Luogo e data di morte: Cold Spring (New York), 24 dicembre 1975
Professione: scrittrice, traduttrice, docente

Figlia della contessa Margherita Toll e del diplomatico Aleksandr Petrovič Izvol'skij, trascorre il primo anno di vita a Roma, quando il padre è diplomatico presso la Santa Sede. Lo segue successivamente nei trasferimenti a Tokyo, Copenaghen e Parigi, dove dal 1911 al 1917 è ambasciatore dello zar.
Nell'inverno 1913 torna in Russia per il debutto a corte, che ha luogo nel gennaio 1914: nel suo memoriale autobiografico ricorda con tenerezza l'entusiasmo della madre nella scelta dei gioielli e del guardaroba appositamente realizzato da Worth (il couturier dal quale si serviva anche Eleonora Duse, che si era offerto di creare gli abiti a un prezzo concorrenziale per riuscire a farsi pubblicità in Russia e nell'ambiente diplomatico).
Nel 1915 torna a Parigi, dove consegue presso la Croce Rossa il diploma da infermiera. Durante la Prima guerra mondiale lavora nell'ospedale russo, dove ha modo di conoscere Ida Rubinštejn e un degente la avvicina alla lettura delle opere di Charles Péguy. Alla morte del padre, avvenuta nella capitale francese il 16 agosto 1919, il fratello maggiore Grigorij (Griša) emigra negli Stati Uniti.
Pur frequentando la comunità ortodossa di Parigi, comincia a studiare la santità occidentale e resta colpita dalle figure di Francesco d'Assisi e Giovanna d'Arco, che conosce soprattutto attraverso Péguy e le messe in scena di Georges e Ludmilla Pitoëff.
Visita spesso l'abbazia femminile di Dourgne, dove si erano ritirate alcune esuli russe: il 14 settembre 1923 – giorno della festa della Esaltazione della Santa Croce – si converte al Cattolicesimo e riceve la Prima Comunione. Questa scelta è ben accolta dalla madre ma non da molti membri della colonia russa parigina, che pure contestano il suo primo romanzo: Les Rois Aveugles (1925), scritto insieme a Joseph Kessel, che descrive la nefasta influenza di Rasputin sulla coppia imperiale attraverso gli occhi di una nobile giovinetta di nome Liza (alter ego dell'autrice). La traduzione italiana, anonima (ma riconducibile a R. Ol'kenickaja Naldi), esce a Milano nel 1928 per le edizioni Vitagliano. Nell'inverno 1929 Re ciechi compare anche a puntate sul settimanale illustrato "Excelsior", di proprietà delle edizioni Vitagliano, viene tradotto in molte lingue e suscita anche l'interesse di Andrej Beloborodov.
A partire dalla seconda metà degli Anni Venti intensifica la sua attività letteraria con la traduzione in francese di molte opere tra cui Virinea (1927) di Lidija Sejfullina. Tra l'ottobre e il dicembre 1927 la «Revue de France» pubblica l'altro suo romanzo ambientato nella Russia rivoluzionaria: La jeunesse rouge d'Inna, scritto con l'amica Anna Kašina Evreinova. Dopo una fallita proposta editoriale a Gian Dauli, Ol'kenickaja Naldi riesce a pubblicarne la traduzione a Firenze nel 1930, inaugurando la collana "I romanzi della vita moderna" di Bemporad. Nella prefazione la traduttrice la presenta come «figlia d'un ex-ministro del regime zarista, donna di profondi e severi studi», «coltissima gentildonna, traduttrice del Puschkin», dotata di «una speciale vocazione per gli studi storici e sociali» (pp. 5-8).
Negli Anni Trenta comincia a maturare la scelta di trasferirsi con la madre negli Stati Uniti: la data che segna questa svolta nella sua esistenza è il 3 giugno 1941, quando si insedia stabilmente a New York. Là viene raggiunta dalla notizia del suicidio della poetessa Marina Cvetaeva, sua cara amica, per la quale nel 1933 aveva organizzato a Parigi un comitato d'aiuto.
Durante la Seconda Guerra Mondiale lavora come giornalista per "Voice of America", l'organo ufficiale di comunicazione statunitense. Diventa inoltre membro della "Tolstoy Foundation" e della "Gallery of Living Catholic Authors". Nel 1946 fonda "The Third Hour", un circolo animato dal desiderio di unire nel dialogo ecumenico intellettuali cattolici, ortodossi e protestanti. Ad esso si lega anche l'omonima rivista, della quale escirà un importante numero monografico in memoriam nel 1976. Ottiene la cittadinanza americana e si distingue nell'insegnamento universitario della lingua e della letteratura russa, diventando docente alla Fordham University di New York. Collabora con molte riviste, tra cui «Russian Review» e «Worldview».
Con l'esilio negli Stati Uniti, la sua attività di traduttrice si sposta sulla lingua inglese e trova esiti prestigiosi iin A Treasury of Russian Spirituality (1950), a cura dell'amico medievista Georgij Fedotov, e nella traduzione dell'opera di M. Bachtin dedicata a Rabelais (Rabelais and his world, 1965). Forse la scelta di realizzare la traduzione bachtiniana si lega al ricordo dell'impegno del regista Nikolaj Evreinov – cui dedica un necrologio nel 1953 – nello studio e nel recupero delle forme di spettacolarità medievali occidentali.
Una delle sue opere più apprezzate è Christ in Russia (1960): nel 1961, poco dopo l'uscita di questo libro, torna in patria accompagnata dall'amica Marguerite Tjader. Visita anche la Russia nel 1963 con un piccolo gruppo di insegnanti europei e americani, spostandosi poi in Asia Centrale. Nel 1963 è inoltre a Roma, dove incontra Dmitrij e Lidija Ivanov e segue da vicino il Concilio Vaticano II.
Dal giugno 1961 all'aprile 1975 scrive regolarmente per le riviste «The Catholic Worker» e «The Catholic Accent». Nei suoi ultimi anni di vita fonda a Cold Spring (New York) il "Saint Benedict and Saint Sergius Ecumenical Center". Muore alla vigilia di Natale del 1975.
Marguerite Tjader e altri amici riordinano il suo vasto archivio e decidono di pubblicare, sebbene incompleto, il memoriale autobiografico No time to greve... (da un verso di T. S. Eliot di Murder in the Cathedral), che esce a Philadelphia nel 1985 nel decennale della morte.

Pubblicazioni
Joseph Kessel - Hélène Iswolsky, Les Rois Aveugles, Paris, Les Editions de France, 1925 [trad. Ital. Re ciechi: romanzo, Milano, Vitagliano, 1928].
P. Krassnoff, Comprendre c'est pardonner. Roman traduit du russe par O. Vitali et H. Iswolsky, Paris, Payot, 1925.
J. Gontcharoff, Oblomoff. Traduit du russe par H. Iswolsky, Paris, Gallimard, 1926 [2° ed. Paris, Gallimard, 1982].
L. Seifoulina, Virineya. Traduit du russe par H. Iswolsky, Paris, Gallimard, 1927.
Hélène Iswolsky, La Propagande soviétique: les grandes fêtes populaires, «La Revue de France», 15 agosto 1927, pp. 753-760.
B. Cederholm, Au pays du Nep et de la Tchéka: dans les prisons de l'U.R.S.S. Traduit par H. Iswolsky, Paris, Editions Jules Tallandier, 1928.
Hélène Iswolsky - Anna Kachina, La jeunesse rouge d'Inna. Roman, Paris, Les Editions de France, 1928 [trad. ital. H. Isvolsky-A. Kašina, Giovinezza rossa. Trad. di R. Olkienizkaia-Naldi, Firenze, Bemporad, 1930].
Hélène Iswolsky, La vie de Bakounine, Paris, Gallimard, 1930.
A. Blok, Les Derniers Jours du régime impérial. Rédige d'après des documents inédits, par Alexandre Block. Pétrograd 1921. Traduit par H. Iswolsky, Paris, Gallimard, 1931.
M. Gerschenson - V. Ivanov, Correspondance d'un coin à l'autre. Trad. du russe par H. Iswolsky et C. Du Bos, Paris, Corrêa, 1931.
Helene Iswolski, Der Neue Mensch im Russland von Heute, Luzern, Vita Nova, 1936.
Hélène Iswolsky, L'homme 1936 en Russie soviétique, Paris, Desclée de Brouwer, 1936.
Helen Iswolsky, Soviet man-now, London, Sheed and Ward, 1936.
Hélène Iswolsky, Femmes soviétiques, Paris, Desclée de Brouwer, 1937.
Elena Izvol'skaja, Francuzskaja molodež i problemy sovremennosti, «Novyj grad», 1937, n. 12, pp. 130-131.
Alexandre Iswolsky, Au service de la Russie. Correspondance diplomatique 1906-1911. Recueillie par H. Iswolsky avec le concours de G. Chklaver, 2 voll. Paris, Les Editions Internationales, 1937-1939.
N. Berdiaeff, Constantin Leontieff: un penseur religieux russe du dix-neuvième siècle. Trad. H. Iswolsky, Paris, Desclée de Brouwer, 1938 [2° ed. Paris, Berg International, 1993].
Hélène Iswolsky, Latest trends in Soviet literature, «Russian Review», I (November 1941), n. 1, pp. 74-80.
Hélène Iswolsky, Light before Dusk: a Russian catholic in France 1923-1941, New York-Toronto, Longmans, 1942.
Hélène Iswolsky, Twenty-five years of Russian émigré literature, «Russian Review», II (April 1942), n. 2, pp. 61-73.
Hélène Iswolsky, The Twilight Years of Russian Culture, «The Review of Politics», V (July 1943), n. 3, pp. 356-376.
Hélène Iswolsky, Soul of Russia, London, Sheed and Ward, 1944.
Hélène Iswolsky, Au temps de la lumière, Montréal, Editions de l'Arbre, 1945.
Hélène Iswolsky, Russian emigré literature in World War II, «Russian Review», VI (Autumn 1945), n. 1, pp. 69-76.
Hélène Iswolsky, Vladimir Soloviev and the Western world, «Russian Review», VII (Autumn 1947), n. 1, pp. 16-23.
A Treasury of Russian Spirituality, compiled and edited by Georgij P. Fedotov, New York, Sheed & Ward, 1950 [Izvol'skaja traduce: A Life of St. Theodosius, by Nestor e From St. Theodosius' sermon "On Patience and Love", pp. 15-49; The Life of St. Sergius by St. Epiphanus, his disciple, pp. 54-83; St. Nilus Sorsky: The Tradition to the Disciples, The Monastic Rule, St. Nilus' Last Will, pp. 90-133; The Life of Archpriest Avvakum by Himself, pp. 135-181; Memoirs by Chebotarev of the Life of St. Tychon of Zadonsk, pp. 156-241; Fragments from the Life of St. Seraphim e The Conversation of St. Seraphim with N. A. Motovilov, pp. 246-279; Fragments of a Diary by Alexander Yelchaninov, pp. 421-485].
Elena Izvol'skaja, Pamjati N. N. Evreinova, «Novoe Russkoe Slovo», 20 settembre 1953.
Elena Izvol'skaja, Ten' na stenach: o Cvetaevoj, «Opyty», 1954, n. 3, pp. 153-159.
Hélène Iswolsky, Return to Unity, in Where dwellest thou? Intimate personal stories of twelve converts to the Catholic faith, edited by John A. O'Brien, London, Allen, 1956, pp. 95-107.
Elena Izvol'skaja, Amerikanskie svjatye i podvižniki, New York, Russkij Centr Fordamskogo Universiteta, 1959.
Hélène Iswolsky, "The Taguil Find" or Pushkin revisited, «Russian Review», XVII (July 1958), n. 3, pp. 183-192.
Hélène Iswolsky, Muranovo - "The House of Poets", «Russian Review», XVIII (July 1959), n. 3, pp. 231-236.
Hélène Iswolsky, Christ in Russia: the history, tradition and life of the Russian Church, Milwaukee, Bruce Press, 1960 [2° ed. Kingswood, Worlds Work, 1962].
Hélène Iswolsky, Religion in present-day Russia, «Worldview», vol. 4, n. 11, November 1961, p. 9.
Hélène Iswolsky, Soviet Literary Monuments, «Russian Review», XXI (April 1962), n. 2, pp. 137-147.
Elena Izvol'skaja, Poèt obrečennosti, «Vozdušnye puti», 1963, n. 3, pp. 150-160.
M. Bakhtin, Rabelais and his world. Transl. by H. Iswolsky, Cambridge (Mass.), MIT, 1965 [2° ed. Cambridge 1968; 3° ed. Bloomington, Indiana University Press, 1984].
A. Elchaninov, The diary of a Russian priest. Transl. by H. Iswolsky, with an introduction by T. Elchaninov and a foreword by D.Obolenski, London, Faber, 1967 [2° ed. Crestwood (NY), St. Vladimir's Seminary Press, 1982].
Hélène Iswolsky, The Russian Revolution seen from Paris, «Russian Review», XXVI (April 1967), n. 2, pp. 153-163.
M. Bakhtin, The role of games in Rabelais. Transl. by H. Iswolsky, «Yale French Studies», n. 41, 1968, pp. 124-132.
Hélène Iswolsky, The spiritual homecoming of Nicholas Berdyaev, «Worldview», vol. 12, n. 3, March 1969, pp. 15-17.
Hélène Iswolsky, The Fateful Years: 1906-1911, «Russian Review», XXVIII (April 1969), n. 2, pp. 191-206.

Pubblicazioni postume
Hélène Iswolsky, No time to grieve: an autobiographical journey from Russia to Paris to New York, Philadelphia, The Winchell Co., 1985.
Joseph Kessel, Les Rois aveugles. Documentation réunie par H. Iswolsky, préface et bibliographie par F. Lacassin, Paris, Union général d'éditions, 1988.
Elena Izvol'skaja, Posle razgroma (Iz vospominanij o Francii), in Marina Cvetaeva-Vadim Rudnev, Nadejus' - sgovorimsja legko: pis'ma 1933-1937 godov, a cura di L. A. Mnuchin, Moskva, Vagrjus, 2005, pp. 130-132.

Bibliografia
A. Iswolsky, Recollections of a foreign minister (Memoirs of Alexandre Iswolsky). Translated by Charles-Louis Seeger, Toronto, Doubleday, 1921.
A. Iswolsky, Mémoires de Alexandre Iswolsky, ancien ambassadeur de Russie a Paris 1906-1910. Préface de Gabriel Hanotaux, Paris, Payot, 1923.
Th. E. Bird et al., The Third Hour: Hélène Iswolsky Memorial Volume, New York, The Third Hour Foundation, 1976.
Th. E. Bird, Hélène Iswolsky (1896-1975), «Irénikon», vol. 49, n. 4, 1976, pp. 491-496.
R. H. Johnson, New Mecca, new Babylon: Paris and the Russian exiles (1920-1945), Montreal, Mc Gill - Queen's University Press, 1988.
M. Cvetaeva, Deserti luoghi: lettere 1925-1941, a cura di Serena Vitale, Milano, Adelphi, 1989.
E. Klosty Beaujour, Alien tongues: bilingual Russian writers of the "first" emigration, Ithaca-London, Cornell University Press, 1989.
B. Ackermann, Denis de Rougemont: une biographie intellectuelle, Genève, Labor et Fides, 1996.
L. Livak, L'émigration russe et les élites culturelles françaises 1920-1925. Les débuts d'une collaboration, «Cahiers du monde russe», vol. 48, fasc. 1, 2007, pp. 23-43.
C. Gousseff, L'exil russe: la fabrique du réfugié apatride (1920-1939), Paris, CNRS, 2008.

Fonti archivistiche
Centro Studi Vjačeslav Ivanov, Roma. Archivio Beloborodov
Vicenza, Biblioteca Civica Bertoliana. Carte Gian Dauli.
Fondazione Arnoldo e Alberto Mondatori, Milano. Fondo Bemporad, ser. Corrispondenza varia.
Biblioteca del Pontificio Istituto Orientale, Roma.
Bibliothèque Nationale de France, Paris. Collection Nicolas Evreinoff.
Georgetown University Libraries, Washington. Special Collections Division: Julie and Thomas Kernan Papers; Papers of Women Writers - Gallery of Living Catholic Authors.
University of Scranton, Special Collections and University Archives, Weinberg Memorial Library, Helen Iswolsky Papers.
Amherst College, Amherst Center for Russian Culture. Records of The Union of Russian Writers and Journalists Abroad; Zinaida Gippius and Dmitrij Merezhkovski Correspondance.
Princeton University Library, Georges Florovsky Papers.

Nota
Nelle fonti occidentali compare anche Elena Isvolsky, Hélène Iswolsky, Helen Iswolsky.

Maria Pia Pagani
Scheda aggiornata il 2 luglio 2020


Copertina della traduzione di Izvol'skaja di Mikhail Bakhtin, Rabelais and his world. Cambridge (Mass.), MIT, 1965



Elena Izvol'skaja in una foto degli anni '50.



Elena Izvolskaja in una foto del 1942



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