Russi in Italia

Nikolaj Nikolaevič Evreinov


Luogo e data di nascita: Mosca, 13(25) febbraio 1879
Luogo e data di morte: Parigi, 7 settembre 1953
Professione: regista, drammaturgo, teorico del teatro, compositore e artista


Nasce a Mosca da Nikolaj Vasilevič Evreinov, ingegnere dei trasporti, e Valentina Petrovna de Grandmaison, musicista discendente da una famiglia francese emigrata in Russia, che sin dalla prima infanzia avvicina il figlio alla musica e allo spettacolo. Dal 1901 a San Pietroburgo studia al Conservatorio con Nikolaj Rimskij-Korsakov e Aleksandr Glazunov, poi si applica alla filosofia all’università con il neokantiano Aleksandr Vvedenskij (1856-1925). Fino al 1914 lavora al Ministero delle comunicazioni (Ministerstvo putej soobščenija), quindi decide di dedicarsi solo al teatro. Nel 1907 fonda lo Teatr Starinnyj (Teatro Antico): nella prima stagione del 1907-1908 mette in scena drammi liturgici e ricostruzioni di misteri medievali francesi e nella seconda del 1911-1912 commedie spagnole del Seicento, collaborando con lo storico della letteratura Evgenij Aničkov e il teorico del teatro Konstantin Miklaševskij.

Nel 1908 al Teatro di Vera Komissarževskaja inscena Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio nella traduzione di Valerij Brjusov e Vjačeslav Ivanov (scene e costumi di Mstislav Dobužinskij); adotta qui per la prima volta il principio del monodramma, ripreso in seguito, che mostra gli eventi attraverso gli occhi della protagonista.

Dal 1908 al 1911 dirige lo studio drammatico Teatr buduščego (Teatro del futuro), nel 1909 con Fёdor Komissarževskij crea Vesёlyj teatr dlja požilych detej (Teatro allegro per bambini anziani), nel 1910 partecipa alla mostra “Treugol’nik” (Il triangolo), esponendo i disegni delle sue messinscene. Dal 1910 al 1916 è drammaturgo e regista del cabaret Krivoe zerkalo (Lo specchio deformante), famoso per il suo repertorio parodico-grottesco, vi organizza oltre 100 spettacoli.

Il percorso di Evreinov nella ricerca teorica teatrale, iniziato nel 1908 con il manifesto Apologija teatral’nosti (Apologia della Teatralità), prosegue con Vvedenie v monodramu (Introduzione al monodramma, 1909), Teatr kak takovoj (Il teatro come tale, 1912), Teatr dlja sebja (Il teatro per se stessi, 1915-1917), Čto takoe teatr (Che cos’è il teatro, 1924). In Apologija teatral’nosti Evreinov attacca l’arte naturalistica ed auspica che il teatro ritorni al suo significato più autentico; in Teatr kak takovoj teorizza che l’esistenza dell’uomo (ma anche degli animali e delle piante) è fondata sull’istinto della teatralità, sul desiderio di “diventare un altro”, di recitare una parte; si rammarica che la teatralità sia stata bandita dalla vita moderna e s’impegna a riteatralizzare il teatro; mentre negli scritti Vvedenie v monodramu e Teatr dlja sebja mette in evidenza la necessità che lo spettatore collabori alla rappresentazione teatrale, che deve stimolare la fantasia del pubblico. Questi testi del periodo russo, che desteranno interesse nel mondo teatrale italiano, saranno all’origine delle successive elaborazioni sviluppate dal regista nell’emigrazione francese: Teatr večnoj voyny (Il teatro della guerra eterna, 1928) e il trattato Otkrovenie iskusstva (La rivelazione dell’arte), scritto a Parigi dal 1930 al 1937, pubblicato nel 2012.

La vivida e intensa attività di Evreinov nel periodo pre-rivoluzionario si conclude il 7 novembre 1920, quando nel III anniversario della rivoluzione d’ottobre mette in scena a Pietrogrado un grande spettacolo di massa all’aperto con circa ottomila comparse Vzjatie Zimnego dvorca (La presa del Palazzo d’inverno) e scrive la pièce Samoe glavnoe (Ciò che più importa), che gli conquisterà il pubblico e i critici teatrali del mondo e sarà tradotta in molte lingue (in italiano da Raisa Ol’kenickaja-Nal’di nel 1925).
Nell’autunno 1920 conosce la giovane attrice Anna Kašina che sposa poco dopo e con la quale condivide vita ed esperienze teatrali. Nel novembre-dicembre 1922 sono insieme in tournée a Berlino e a Parigi, da marzo a giugno 1923 nel Caucaso. Nell’estate 1924, in Crimea, Evreinov comincia a progettare Korabl’ pravednych (La nave dei giusti), una “epopea drammatica” in 3 atti che preannuncia la scelta dell’esilio e si apre con l’epigrafe: «dedicato ad Anna Aleksandrovna Kašina-Evreinova, più cara di una moglie, più intima di una sorella, e molto più che un'amica».

Nel gennaio 1925 parte con la moglie per una nuova tournée con la compagnia del Krivoe zerkalo (Leningrado, Pskov, Riga, Varsavia, Cracovia, Praga, Parigi), ma si tratta del definitivo distacco dalla Russia, alla fine della tournée decide di emigrare a Parigi.

Il successo italiano del regista si origina nell’approvazione data da Luigi Pirandello alle sue pièces e nelle successive messinscene realizzate dal Teatro d’Arte: nell’aprile 1925 Pirandello presenta al Teatro Odescalchi di Roma l’arlecchinata Veselaja smert’ (L’allegra morte) con Raisa Gurevič nel ruolo della Morte, e la pièce Samoe glavnoe, recitata dai due grandi attori della sua compagnia –  Marta Abba e Lamberto Picasso. Gli spettacoli sono in seguito portati in tournée dal Teatro d’Arte – a Modena, Piacenza, Parma e Torino nel novembre – dicembre 1925, a Verona, Padova, Ferrara e Varese nel gennaio – febbraio 1926. “L’arlecchinata presentata per la prima volta in Italia    afferma Pirandello – è conosciuta già dal pubblico francese [l’aveva messa in scena Copeau al Vieux Colombier]. La critica parigina ha reso evidente quale arte rinnovatrice sia quella di Evreinov. L’autore de La gaia morte ha dimostrato meravigliosamente che una vecchia formula quand’è teatrale non muore mai” (dalla prefazione di Anna Evreinova a La mort joyeuse, Paris 1958, p. 3).

La critica teatrale italiana si esprime in tono positivo su ambedue gli spettacoli: nell’Allegra morte riconosce tratti ingentiliti della Commedia dell’Arte (D’Amico S. Serata russa al Teatro d’Arte // L’idea Nazionale. 1.5.1925) e in Ciò che più importa echi dei Sei personaggi in cerca d’autore di Pirandello (D’Amico S. Serata russa al Teatro d’Arte // L’idea Nazionale. 1.5.1925). Silvio D’Amico loda anche la recitazione degli attori e la messinscena che ha coinvolto il pubblico nell’azione drammatica (D’Amico S. Ciò che più importa di N.N. Evreinov al Teatro Odescalchi // L’idea Nazionale. 31.5.1925).

Nello stesso periodo altri testi di Evreinov sono stati presentati in Italia: a Firenze nel dicembre 1924 la compagnia di Alfredo Sainati presenta al Teatro Politeama Tra le quinte dell’anima, la compagnia di Wanda Capodaglio nell’ottobre 1926 Ciò che più importa a Milano al Teatro Manzoni e a novembre al Teatro Niccolini a Firenze (dello spettacolo fiorentino e dei suoi effetti registici scrive entusiasta il drammaturgo Ferdinando Paolieri (Paolieri F. Ciò che più importa // La Nazione. 7.11.1926. Р. 3).

Nel 1928 Evreinov termina Teatr večnoj voyny (Il teatro della guerra eterna) – la terza opera della sua “Trilogia del doppio teatro”. Intenzionato ad approfondire il fenomeno del teatro nella vita, il regista sviluppa la sua indagine religioso-morale con Ciò che più importa, quella politico-sociale con La nave dei giusti, e quella filosofico-esistenziale con Il teatro della guerra eterna, la cui traduzione italiana esce anonima nel 1932 (verosimilmente è riconducibile a Ol’kenickaja Naldi). Trascorre più di due mesi a Milano, impegnato nell’allestimento del Teatro della guerra eterna al Teatro Filodrammatici con Tatiana Pavlova e la sua compagnia di giovani talenti italiani. Il debutto ha luogo il 3 aprile 1929, ma lo spettacolo non ottiene il successo sperato, pur aprendo importanti riflessioni sul confronto tra il sistema teatrale russo e quello italiano, nonché sulle difficoltà professionali che gli artisti esuli affrontano in nuovi contesti. Ne scrive perplesso Renato Simoni sul “Corriere della Sera”, lamentando l’assenza di un’idea complessiva che leghi i diversi quadri

Non è un tentativo facile quello dell’Evreinoff; e ci sono, specialmente nei primi due atti, invenzioni bizzarre, vivi pensieri, definizioni acute, posizioni artisticamente e psicologicamente di prim’ordine, e lampi di poesia. Ma la commedia resta frammentaria, perché l’idea che l’informa si sparpaglia […]. La vicenda che collega i vari gruppetti di personaggi appare, sparisce, si vela, si confonde, in un barbaglio di luci e di aforismi. Il teatro della guerra eterna è un’opera strana e interessante e di ardito colore, ma è tumultuosa, e i personaggi, per voler dir troppo e dimostrar troppo, perdono la semplice parola dell’umanità (r. s. Filodrammatici.Il teatro della guerra eterna: Tre atti di Nicola Evreinoff // Corriere della Sera. 4 aprile 1929).


Come ricorda Anna Kašina “la commedia non era entrata nemmeno nella coscienza degli attori e la messinscena risultò povera” (Кашина-Евреинова 1964. С. 57).

Successivamente a Parigi Evreinov continua la sua attività di teorico del teatro, regista e con minore fortuna di autore. Cura la regia di alcuni spettacoli teatrali all’Opera russa, fondata da Marija Kuznecova (1929-1930), mette in scena spettacoli al teatro “Le Vieux colombier” di Jacques Copeau, e al Teatr russkoj dramy (Teatro del dramma russo, 1943-1944), partecipa all’organizzazione del repertorio dei teatrini Letučaja myš’ di Nikita Baliev (1928, 1938) e Brodjačie komedianty (1934). Nel 1934-1935 fa conferenze sul teatro alla Sorbonne, che preludono alla stesura della sua Storia del teatro russo, pubblicata nel 1955; nel 1945 tiene alla radio francese un ciclo di trasmissioni sui maggiori registi teatrali russi (Konstantin Stanislavskij, Aleksandr Tairov e altri). Nel 1940 il regista Marcel L’Herbier porta sullo schermo la pièce Ciò che più importa con il titolo Ecco la felicità!

 

Pubblicazioni

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Il teatro nella vita / сon pref. di S. D’Amico. Milano: Alpes, 1929.

Evreinov N. Il teatro della guerra eterna. Dramma in tre atti e quattro quadri. Firenze: Nemi, 1932.

Evreinoff N. La messinscena della vita // Il Dramma. 1932. № 133. P. 40–43.

Evreinov N.N. Le théâtre en Russie sovietique, Paris 1946.

Histoire du théâtre russe, Paris 1947.

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История русского театра с древнейших времен до 1917 года. Нью-Йорк: Изд-во им. Чехова, 1955.


Fonti archivistiche

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Bibliografia

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Link

https://www.arterussamilano.it/schede/evreinoff-nicola/

https://www.treccani.it/enciclopedia/nikolaj-nikolaevic-evreinov_%28Enciclopedia-Italiana%29/

http://www.europaorientalis.it/uploads/files/1982/1982.5.pdf


Nell'immagine: N. I. Fešin, Ritratto di scrittore (N. N. Evreinov), 1926
http://img-fotki.yandex.ru/.../0_ec1b_61abd06a_XL.jpg

Antonella d'Amelia
1 luglio 2020


Evreinov in un disegno di Mstislav Dobužinskij degli anni Dieci



Evreinov in un disegno di Vladimr Majakovskij (1915)



Il'ja Repin, Ritratto di Nikolaj Evreinov. Olio, 1915



Lo spettacolo di massa Vzjatie Zimnego dvorca (La presa del Palazzo d’inverno) del 1920



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