Russi in Italia

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Solaria - Record trovati: 19

Antonini Giacomo, Appunti su Remizov
Autore: Antonini Giacomo,
Forma autore accettata: Antonini, Giacomo
Titolo: Appunti su Remizov
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 9 (1934), n. 4, pp. 84-89
Abstract: Come Marcel Proust o Franz Kafka, anche Aleksej Michajlovič Remizov è autore difficile, e come per quelli è giunto il momento di riconoscere la sua importanza. Purtroppo la critica russa lo ha trascurato: vizio frequente del mondo letterario russo, che continua a sottovalutare molti suoi grandi nomi. A fronte di autori europei occidentali immeritatamente sovraesposti bisogna riscoprire Remizov, la cui opera è seducente, anche se disomogenea e in parte caotica. In lui l’ispirazione mistico-popolare si unisce al culto della parola e alla tradizione di autori come Nikolaj Semënovič Leskov e Vasilij Vasil’evič Rozanov (per le pagine di ricordi personali). La sua ispirazione simbolista non lo porta come in Fëdor Sologub (pseud. di Fëdor Kuz’mič Teternikov) a una compiacenza estetizzante, ma come in Kafka a trasformare l’osservazione minuta della realtà in scenari onirici. Remizov non è un episodio isolato, ma un anello di congiunzione fondamentale nell’evoluzione delle lettere russe.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Antonini Giacomo, Gogol
Autore: Antonini Giacomo,
Forma autore accettata: Antonini, Giacomo
Titolo: Gogol
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 9 (1934), n. 2, pp. 38-51
Abstract: Profilo bio-bibliografico di Nikolaj Vasil’evič Gogol’, che ne segue i primi passi nella Pietroburgo degli anni giovanili e ricostruisce la sua carriera letteraria, evidenziando le idiosincrasie e la costante insoddisfazione dello scrittore. Basandosi sulla sua corrispondenza con la madre e sulle affermazioni riguardanti le proprie opere (spesso estremamente autocritiche), l’A. giunge ad evidenziare un «Gogol costantemente affetto da mitomania». L’analisi della personalità e dell’opera dello scrittore è basata in prevalenza su considerazioni relative alla sua vita privata e a sue presunte tare psicologiche. Notando che il suo amore per l’Italia e i relativi soggiorni costituirono uno dei pochi aspetti felici dell'esistenza dello scrittore, l’A. ricorda la deriva moralista degli ultimi anni e lo definisce «genio infelice» più che incompreso. La seconda parte del saggio passa in rassegna personaggi e opere principali della sua produzione letteraria.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Barile Angelo, Raccordo Goethe-Tolstoi
Autore: Barile Angelo,
Forma autore accettata: Barile, Angelo
Titolo: Raccordo Goethe-Tolstoi
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 7 (1932), n. 7-8, pp. 46-49
Abstract: Nel parallelo fra Tolstoj e Goethe, l'A. ricorda che il romanziere russo ha letto le opere di Goethe nel periodo più importante della sua formazione, fra i venti e i trent’anni, che lo cita spesso nei diari come fonte di ispirazione e lo considera fra i maggiori autori letterari. Oltre alla comune «passione del reale, dell’utile» e a un sovrano distacco dal proprio soggetto, l'A. rileva l’importanza data da entrambi al lavoro pratico, alla necessaria fatica dell’opera creatrice dell’uomo. Il parallelo fra i due letterati è poi esemplificato alla luce dell’episodio di Filemone e Bauci, che nella parte seconda del Faust (1832) mostra uno scontro fra la natura, la fede e la trascendenza che ha diverse consonanze in Tolstoj.
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Capasso Aldo, K. Fedin – I fratelli – Torino, Slavia; trad. Valentina Dolghin Badoglio; 2 voll. L. 20
Autore: Capasso Aldo,
Forma autore accettata: Capasso, Aldo
Titolo: K. Fedin – I fratelli – Torino, Slavia; trad. Valentina Dolghin Badoglio; 2 voll. L. 20
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 11, pp. 55-59
Abstract: Per la rubrica Zibaldone, recensione del romanzo Brat’ja (1928) di Konstantin Aleksandrovič Fedin. L’A. nota fin dall’incipit la derivazione da atmosfere e stilemi tipici di Fëdor Michajlovič Dostoevskij, dalla cui influenza spesso Fedin non riesce a liberarsi. Il romanzo risulta dunque irregolare e disomogeneo nell’alternarsi di episodi e personaggi, ma soprattutto nello stile, che rimane incerto fra l’atmosfera drammatica dostoevskiana, la forma più tradizionale del romanzo occidentale e perfino la suggestione simbolista di Andrej Belyj. A tratti Fedin risulta più un critico letterario che un artista, incapace com’è di creare immagini liriche ed incredulo egli stesso del potere rigenerante della musica e dell’arte. Ciò nonostante questo romanzo diseguale contiene alcuni singoli capitoli di innegabile valore artistico.
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Ehrenbourg Ilia, Incontro con Svevo
Autore: Ehrenbourg Ilia,
Forma autore accettata: Ėrenburg, Il’ja Grigor’evič
Titolo: Incontro con Svevo
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 4 (1929), n. 3-4, pp. 34-36
Abstract: L’A. ricorda il proprio incontro con Italo Svevo, avvenuto in occasione di un ricevimento organizzato dal Pen Club di Parigi in onore suo, di Svevo e di Isaak Ėmmanuilovič Babel’. A presiedere l’incontro era Jules Romains, che affermò di non conoscere Babel’, ma che ne avrebbe avuto presto occasione, perché un suo libro stava per essere tradotto in francese.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Ferrata Giansiro, Ancora su Goethe, la natura e la libertà
Autore: Ferrata Giansiro,
Forma autore accettata: Ferrata, Giansiro
Titolo: Ancora su Goethe, la natura e la libertà
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 7 (1932), n. 5, pp. 54-56
Abstract: Thomas Mann rilevò nella comune «passione del reale» un punto di contatto fra Goethe e Tolstoj. All’interno di una più ampia riflessione sulla cultura tedesca, in rapporto e in contrapposizione con Friedrich Schiller, l’A. concorda con questa impressione e imbastisce alcuni parallelismi fra i due scrittori tedeschi da un lato, e Tolstoj e Dostoevskij dall’altro, sulla falsariga della contrapposizione fra Natura e Libertà.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Ferrata Giansiro, Centenario di Tolstoi
Autore: Ferrata Giansiro,
Forma autore accettata: Ferrata, Giansiro
Titolo: Centenario di Tolstoi
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 3 (1928), n. 12, pp. 42-45
Abstract: Per la rubrica Zibaldone l’A. celebra il centenario della nascita di Lev Nikolaevič Tolstoj, sottolineando la rilevanza morale di tutta la sua opera: non solo nei romanzi più noti, ma anche negli ultimi scritti moralistico-didattici va riconosciuta la sua grandezza. L’A. accenna un confronto con Fëdor Michajlovič Dostoevskij, che da alcuni è considerato scrittore più grande, ma anche meno comprensibile, in quanto profondamente russo. L'A. critica questa semplificazione e precisa che alcuni personaggi di Guerra e pace [Vojna i mir, 1867-1869] sono più russi di quelli dostoevskiani, forse meno avvincenti ma anche meno falsi ed estremi. I protagonisti di Tolstoj mantengono infatti un intimo legame con la realtà delle cose e trasmettono l’«essenziale visione ottimistica» dell’autore, che anche con i suoi ultimi testi (per quanto a volte ingenui possano sembrare alcuni loro insegnamenti) rimane propositivo, volto all’azione e a quella forza superiore che conduce al perdono.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Ferrata Giansiro, Georges Duhamel: Le Voyage de Moscou, Mercure de France
Autore: Ferrata Giansiro,
Forma autore accettata: Ferrata, Giansiro
Titolo: Georges Duhamel: Le Voyage de Moscou, Mercure de France
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 3 (1928), n. 1, pp. 57-58
Abstract: Per la rubrica Zibaldone, recensione de Le Voyage de Moscou (1927), basato su un viaggio che Georges Duhamel intraprese nel 1926 in Unione Sovietica: una delle prime testimonianze di autori occidentali sul nuovo regime. L’A. osserva come le descrizioni si soffermino più su dettagli e particolari che su una visione d’insieme del paese visitato, ma rileva anche che una lettura più attenta, filtrata attraverso la partecipe soggettività dello scrittore francese, permette di ben raffigurarsi gli enigmi e le incertezze di una nuova realtà sociale, così come sono colti da un osservatore fiducioso ed empatico.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Ferrata Giansiro, Nicola Evreinoff – Il teatro nella vita – Alpes, Milano, 1929.
Autore: Ferrata Giansiro,
Forma autore accettata: Ferrata, Giansiro
Titolo: Nicola Evreinoff – Il teatro nella vita – Alpes, Milano, 1929.
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 4 (1929), n. 6, p. 60
Abstract: Per la rubrica Zibaldone l’A. redige una recensione lirica de Il teatro della vita di Nikolaj Nikolaevič Evreinov. Il libro è la traduzione del volume inglese The Theatre in Life (1927), che raccoglie alcuni testi scritti precedentemente in russo, ma costituisce un’opera a sé, pensata da Evreinov per il pubblico anglosassone. L’edizione italiana presenta una prefazione di Silvio D’Amico. Il traduttore Teatrangolo è lo pseudonimo di Raisa Grigor’evna Ol’kenickaja Naldi. L’A. rileva come Evreinov proponga una sorta di «teatroterapia dei mali dell’anima».
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Ferrero Leo, Leon Tolstoi – La Guerre et la Paix (4 voll.) – Nouvelle traduction par Louis Cousserandot. Payot, Paris
Autore: Ferrero Leo,
Forma autore accettata: Ferrero, Leo
Titolo: Leon Tolstoi – La Guerre et la Paix (4 voll.) – Nouvelle traduction par Louis Cousserandot. Payot, Paris
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 7 (1932), n. 4, pp. 62-64
Abstract: Per la rubrica Zibaldone, recensione di una nuova traduzione francese di Guerra e pace [Vojna i mir, 1867-1869] di Lev Nikolaevič Tolstoj, che nonostante una certa pesantezza di stile supera le precedenti per apparato critico ed esattezza della resa, ed offre anche al lettore italiano un’occasione per riscoprire un capolavoro sempre attuale, a differenza dei romanzi di Gustave Flaubert e di Honoré de Balzac che risultano a volte smorti o artificiali. Tolstoj invece con la sua opera spinge a non credere mai passivamente alle idee accettate e a sottoporre la realtà ad un vaglio accuratissimo: per lui tutte le idee imposte dagli uomini sono sostanzialmente false e tutti i miti vanno distrutti, e in Guerra e pace ha sempre il coraggio di smentire i rapporti precostituiti fra i personaggi, illuminandoli con sorprendenti dettagli realistici, e soprattutto mettendoli in vicendevole rapporto cromatico, come farebbe un pittore con la sua tavolozza.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Ferrero Leo, Perché l’Italia abbia una letteratura europea
Autore: Ferrero Leo,
Forma autore accettata: Ferrero, Leo
Titolo: Perché l’Italia abbia una letteratura europea
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 3 (1928), n. 1, pp. 32-40
Abstract: L’A. deplora lo stato della letteratura italiana, poco nota in Europa: anche quando appaiono opere interessanti, queste sono tradotte ma non lette all’estero, a differenza di quanto accade con testi francesi o russi. I libri di Anton Pavlovič Čechov o Nikolaj Vasil’evič Gogol’ sono tuttora apprezzati perché riflettono la loro attenzione alla condizione del proprio paese. L'A. paragona poi I promessi sposi di Alessandro Manzoni e Le anime morte [Mërtvye duši, 1842] di Gogol’, libro incompiuto ed episodico, che ha tuttavia creato una tradizione, mentre Manzoni è rimasto isolato. Citando la frase attribuita a Dostoevskij, l’A. nota che la letteratura russa è nata dal «mantello di Gogol’» e che i nuovi autori russi si ricollegano ai classici dell'Ottocento, creando una continuità letteraria. Seguendo questo esempio la letteratura italiana dovrà riallacciarsi alla tradizione dei suoi grandi per poter ridivenire europea.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Mandelstam Osip, Phèdre
Autore: Mandelstam Osip,
Forma autore accettata: Mandel’štam, Osip Ėmil’evič
Titolo: Phèdre
Curatore: Trad. di Renato Poggioli
Forma curatore o altri contributi accettata: Poggioli, Renato
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Testo letterario
Annata, anno, fascicolo, pagine: 6 (1931), n. 1, pp. 38-39
Abstract: Traduzione della poesia Non vedrò mai più la grande «Fedra» [Ja ne uvižu znamenitoj «Fedry», 1915], pubblicata nella seconda edizione del 1916 di Kamen’ (Pietra, prima ed. 1913).
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Mandelstam Osip, Sole e miele
Autore: Mandelstam Osip,
Forma autore accettata: Mandel’štam, Osip Ėmil’evič
Titolo: Sole e miele
Curatore: Trad. di Renato Poggioli
Forma curatore o altri contributi accettata: Poggioli, Renato
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Testo letterario
Annata, anno, fascicolo, pagine: 6 (1931), n. 1, p. 37
Abstract: Traduzione della poesia Prendi dalle mie palme per tua gioia [Voz’mi na radost’ iz moich ladonej, 1920], tratta dalla raccolta Tristia (1922).
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Poggioli Renato, Gli esiliati della cultura
Autore: Poggioli Renato,
Forma autore accettata: Poggioli, Renato
Titolo: Gli esiliati della cultura
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 8 (1933), n. 1, pp. 45-54
Abstract: L’A. mette in evidenza le voci più importanti della poesia russa novecentesca, ricostruendo le complesse condizioni culturali che hanno portato alla nascita delle correnti del simbolismo e dell’acmeismo, ma anche dei retori e tribuni del nuovo secolo, dopo che i grandi classici dell’Ottocento avevano assicurato alla letteratura russa un posto di primo piano. L'A. analizza le differenze nella poetica e nell’atteggiamento esistenziale dei principali simbolisti, soffermandosi in particolare su Aleksandr Aleksandrovič Blok, Andrej Belyj (pseud. di Boris Nikolaevič Bugaev) e Vjačeslav Ivanovič Ivanov, «profeti di una nuova fede», per giungere poi ai poeti morti tragicamente negli anni Venti e Trenta. Poche voci, in patria e nell’emigrazione, si odono ancora in quel «magnifico camposanto» che è la poesia russa contemporanea, ma non bisogna disperare nella rinascita dell’ispirazione lirica, pronta a risorgere come il leggendario Uccello di Fuoco russo.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Poggioli Renato, In margine alla prosa di Puskin
Autore: Poggioli Renato,
Forma autore accettata: Poggioli, Renato
Titolo: In margine alla prosa di Puskin
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 7 (1932), n. 2, pp. 43-50
Abstract: L’A. presenta la nuova traduzione di alcuni racconti di Aleksandr Sergeevič Puškin (si tratta del volume La Donna di Picche, Slavia, Torino 1932, a cura di Leone Ginzburg), lodandone la qualità complessiva e la prefazione. Imposta alcuni paralleli stilistici con Alessandro Manzoni e con Stendhal, per poi avviare una riflessione sull’importanza delle epigrafi nei racconti di Puškin; non solo le epigrafi d’apertura, ma anche le citazioni di poeti (spesso minori e dimenticati) poste in apertura ai testi svolgono in Puškin il ruolo di un divertito gioco letterario. Analizza le differenze formali e funzionali delle composizioni in prosa, in versi e delle favole dello scrittore, che attribuiva alla prosa un’importanza secondaria e tuttavia ha lasciato un capolavoro come La figlia del capitano [Kapitanskaja dočka, 1836], una delle sue poche composizioni in cui le citazioni abbiano reale valore documentario.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Poggioli Renato, Mitologia di Franz Kafka
Autore: Poggioli Renato,
Forma autore accettata: Poggioli, Renato
Titolo: Mitologia di Franz Kafka
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 9 (1934), n. 2, pp. 1-10
Abstract: L'A. paragona Kafka e Dostoevskij, individuando nel personaggio di Svidrigajlov di Delitto e castigo [Prestuplenie i nakazanie, 1866] un ideale trait d’union fra gli stanzini praghesi e gli interni pietroburghesi, nella visione dell’aldilà di Svidrigajlov come «bagno, zeppo di ragni». Riprende inoltre le contrapposizioni individuate da Dmitrij Sergeevič Merežkovskij riguardo ai luoghi nei romanzi di Dostoevskij (chiusi e asfittici) e Lev Nikolaevič Tolstoj (aperti e campestri) ed aggiunge che Kafka ha trasferito i drammi della Russia mistica e barbarica nella dimensione borghese ed ebraica della sua moderna Europa impiegatizia; si può dire che i suoi Gregor Samsa e Josef K. (e in parte lui stesso) siano «uomini del sottosuolo»: in uno la metamorfosi fisica, nell’altro i tribunali ricordano l’orrendo aldilà-carcere della coscienza di Svidrigajlov.
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Poggioli Renato, Vladimiro Majakovskij
Autore: Poggioli Renato,
Forma autore accettata: Poggioli, Renato
Titolo: Vladimiro Majakovskij
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Articolo
Annata, anno, fascicolo, pagine: 5 (1930), n. 7-8, pp. 55-58
Abstract: Per la rubrica Zibaldone l’A. si sofferma sulla figura di Vladimir Vladimirovič Majakovskij pochi mesi dopo il suo suicidio, rilevando i tratti contraddittori della sua personalità. Era un poeta delle masse, per cui non poteva fare a meno di una platea e di una retorica roboante, ma proprio questo ha incrinato il suo più autentico orizzonte poetico. L’A. mette poi in dubbio il valore di alcune opere futuriste di Majakovskij e individua in Velimir Chlebnikov e Boris Pasternak i veri rivoluzionari della poesia russa. In Majakovskij il retore lascia il passo al vero poeta solo quando questi raggiunge la catarsi, epica o ironica che sia. Rimane perciò diseguale la sua opera ed enigmatica la sua fine, simile a quella di Sergej Aleksandrovič Esenin, in quanto in entrambi «s’è rotto ad un tratto qualchecosa dentro, per il logorio della vita».
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Raimondi Giuseppe, V. Rozanov – L’Apocalypse de notre temps, précédé de Esseulement. – Librairie Plon, Paris, 1930; 15 franchi
Autore: Raimondi Giuseppe,
Forma autore accettata: Raimondi, Giuseppe
Titolo: V. Rozanov – L’Apocalypse de notre temps, précédé de Esseulement. – Librairie Plon, Paris, 1930; 15 franchi
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 6 (1931), n. 2, pp. 67-68
Abstract: Per la rubrica Zibaldone, recensione di una traduzione francese che riunisce brani da L’Apocalisse del nostro tempo [Apokalipsis našego vremeni, 1917-1918] e da Solitaria [Uedinennoe, 1912] di Vasilij Vasil’evič Rozanov. L’A. si esprime molto criticamente su Rozanov, accusandolo di essere uno scrittore privo di misura e troppo concentrato su se stesso, tanto da poter essere accostato al protagonista di Memorie dal sottosuolo [Zapiski iz podpol’ja, 1864] di Fëdor Michajlovič Dostoevskij. L’A. deve comunque riconoscere la sincerità e l’originalità di queste pagine a tratti apocalittiche, in cui si rileva «l’apporto del sottostrato mongolico e asiatico alla coltura e all’educazione europea di Rozanov».
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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Vittorini Elio, Curzio Malaparte - Intelligenza di Lenin – Treves Editori – Milano
Autore: Vittorini Elio,
Forma autore accettata: Vittorini, Elio
Titolo: Curzio Malaparte - Intelligenza di Lenin – Treves Editori – Milano
Titolo del periodico: Solaria
Tipo di contributo: Recensione
Annata, anno, fascicolo, pagine: 6 (1931), n. 2, pp. 56-60
Abstract: Per la rubrica Zibaldone, recensione del volume Intelligenza di Lenin (1930) di Curzio Malaparte (pseud. di Kurt Erich Suckert), composto dai reportage scritti dall’autore quando (in qualità di direttore de «La Stampa») intraprese un viaggio in Unione Sovietica per studiare in prima persona gli effetti della rivoluzione bolscevica. In quest’opera si rilevano tutto il temperamento originale e le idee più autentiche di Malaparte, che compie in Russia una sorta di viaggio nel proprio pensiero per scoprire, dopo il suo Italia barbara (1925), un’ulteriore versione della barbarie. Malaparte abbozza dunque un ritratto morale del popolo russo e dei suoi drammi, con spunti non lontani dalla forma di romanzo, e conclude che la politica di Lenin è una reale politica industriale e che «il clima politico, sociale ed economico della Russia dei Soviet è un clima operaio».
Biblioteca in cui è stata effettuata la rilevazione: C.I.R.C.E.
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