Pubblicazioni
Semenoff M. de. Il delitto di via Frattina ovvero un’oscura vendetta ebraica // Quadrivio. 19.2.1939. № 17. P. 34–46.
Un russo bianco racconta… come fui espulso dall’Italia // Quadrivio. 28.5.1939. № 31. P. 25–34. Bacco e sirene. Memorie di M.N. Semenov. Roma: De Carlo, 1950.
Семенов М.Н. На бездорожье. Воспоминания молодости // Русская мысль. 1950. № 206–253. Semenov M.N. Memorie di Michail Semenov // Omnibus. 1950. № 1–11.
Semenoff M. Gino Beghé, Dioniso o dell’anarchia // Omnibus. 1951. № 12. P. 14–15.
Семенов М. Братья Флоринские // Русская мысль. 1950. № 39.
Семенов М.Н. Вакх и сирены / сост. и пер. В.И. Кейдана, вступ. ст. В.И. Кейдана и Н.А. Богомолова. М.: НЛО, 2008.
Michail Semenov. Un pescatore russo a Positano / а cura di V. Keidan. Amalfi: Centro di cultura e storia amalfitana, 2011.
Fonti archivistiche
ACS. PS. A4. B. 107. F. Semenoff (de) Michele ed altri.
ACS. PS. PolPol. B. 425. F. De Semenoff Michele.
ASMAE. Gabinetto 1923–1943. B. 70.
ИМЛИ. Ф. 76. Оп. 3. Ед. хр. 181–182.
ГА РФ. Ф. 102. ДПОО. Д. 316 (Департамент полиции, Охранное отделение, Особый
отдел, дело М. Семенова).
Archivio dello Stato di Positano.
Архив наследников Василисы Семеновой и Эдуарда Гуммеруса (Швеция).
Bibliografia
Поссе В.А. Мой жизненный путь. М.; Л.: Земля и фабрика, 1929.
Napolitanо G.G. Il Patriarca russo di Positano // Illustrazione italiana. 1951. № 1, pp. 8–14.
Becca B. In luogo di un necrologio // Vita sprecata di un italiano. Roma: Centro Editoriale dell’Osservatore, 1955, pp. 149–152.
Бонч-Бруевич В.Д. Избр. соч.: В 3 т. М.: Изд-во АН СССР, 1959–1963.
Зубов В.П. Страдные годы России: Воспоминания о революции (1917– 1925 гг.). München: Wilhelm Fink, 1968 [переизд.: М.: Индрик, 2004].
Азадовский.К.М., Максимов Д.Е. Брюсов и “Весы” (К истории издания) // В. Брюсов: Литературное наследство. М.: Наука, 1976. Т. 85. С. 257–324.
Садовской.Б.А. “Весы” (Воспоминания сотрудника) // Минувшее: Исторический альманах. М.; СПб.: Atheneum; Феникс, 1993. Т. 13. С. 7–53.
Knight C. Mikhail Nikolaevic Semenov, positanese d’adozione // Rassegna del Centro di cultura e storia amalfitana. 1996. № 11–12, pp. 243–265.
Мясин Л. Моя жизнь в балете. М.: Артист. Режиссер. Театр, 1997.
Волошин М. История моей души / сост. и коммент. В. Купченко. М.: Аграф, 1999.
Кейдан В.И. Семёнов Михаил Иванович // Русские писатели. 1800–1917. Биографический словарь. М.: Советская энциклопедия, 1989. Т. 5. С. 555–557.
6.7.1924(Archivio Centrale di Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, busta 107, fasc. A4, Semenoff de Michele/ Semenov Mikhail ed altri).
S.E. BENITO MUSSOLINI
Presidente del Consiglio dei Ministri - Roma
Mi rivolgo direttamente a Lei con la certezza di avere giustizia.
Io sono suddito russo, residente in Italia da più di vent'anni. Sono storico d'arte, e la mia venuta in Italia aveva per scopo lo studio e la raccolta di materiali per organizzare un Istituto di Storia d'Arte a Pietrogrado. Nell'anteguerra possedevo in Russia delle grandi proprietà, e perciò potevo fare in Italia una vita priva d'ogni ristrettezza. Allo scoppio della guerra mi trovavo a Roma, e siccome avevo già più di 40 anni, non ero tenuto a presentarmi al servizio militare. Nel secondo anno di guerra venne una disposizione del Governo russo, che ai sudditi russi residenti all'Estero non potevano esser mandate dalla Russia più di 500 lire al mese. Così fui costretto di cercare un'occupazione, ed incominciai a collaborare nel giornale monarchico di Pietrogrado "Novoje Vremia"; fra poco diventai il corrispondente romano di questo giornale, e lo rimasi fino all'ultimo giorno della vita di questo giornale. Al principio della rivoluzione bolscevica il mio giornale fu espropriato, ed ora i bolscevichi stampano nella nostra tipografia il loro giornale "Pravda".
Colle mie proprietà successe ancora peggio: sono state completamente distrutte. In una di queste proprietà fu bruciato vivo il mio vecchio zio Paolo de Semenoff. Inoltre, ho perduto diversi parenti di sangue. Un mio nipote, il noto scrittore Leonida de Semenoff, fu brutalmente ucciso dai contadini; un mio cugino, il conosciuto zoologo Raffaele de Semenoff fu annegato in un fiume in presenza del suo figlio minorenne. Una mia cugina, Natalia Grot nata Semenoff, fu anch'essa ammazzata dai bolscevichi, e così pure altri parenti miei. Alcuni altri, che a loro malgrado dovettero rimanere in Russia, giacciono in prigione o muoiono di fame.
Io appartengo ad una nobile famiglia, che ha dato alla Russia buon numero di personalità, d'ogni genere. Mio padre, Nicola de Semenoff, fu senatore dell'lmpero e segretario dello zar Alessandro II, al tempo della liberazione del contadini (19 febbraio 1861); suo fratello, mio zio Pietro de Semenoff, fu senatore, membro del Consiglio dell'Impero, presidente della società geografica russa, celebre esploratore (molte unità geografiche in diverse parti del mondo portano il suo nome), notissimo scrittore di storia d'arte e collezionista (la sua raccolta di quadri fiamminghi fu acquistata dallo zar Nicola II per il museo dell'Eremitage di Pietrogrado).
Non voglio affaticare la Sua attenzione con l'elenco delle numerose altre personalità appartenenti alla nostra famiglia – note ad ogni russo istruito – ma con tutto questo voglio soltanto dire, che io, né per condizione di nascita, né per tradizione, né per opinione personale, posso appartenere all'infausta setta del bolscevichi, creazione delle organizzazioni ebreo-massoniche internazionali, e sento rabbia e orrore quando qualcuno mi vuol prendere per bolscevico.
Finito il lavoro per la "Novoje Vremia", ho trovato occupazione a Roma, come organizzatore ed amministratore in Italia dei Balli Russi diretti dal mio amico Serge de Diaghilev; attualmente direttore del teatro di Montecarlo. Fra l'altro, abbiamo dato a Roma, al teatro Costanzi, un grande spettacolo di gala pro Mutilati Italiani di guerra, ed a Napoli, al San Carlo, cinque rappresentazioni prò Croce Rossa Italiana. Tutti questi spettacoli furono organizzati da me, e ciò possono testimoniarLe il senatore Bergamini, già direttore del "Giornale d'Italia", il senatore San Martino, e Donna Maria Mazzolenl, la quale era presidentessa del Comitato Pro Mutilati.
Trovandomi colla compagnia a Milano, una sera ebbi il piacere di essere presentato nella tipografia del "Popolo d'Italia" dall'amico Martinetti a Lei personalmente.
Ed ecco, dopo tutto questo, cosa mi è successo in Italia. Il Ministero Nitti prese improvvisamente la rlsoluzione di mandar via dal Regno diversi bolscevichi russi, e fra loro, non so per quale malignità fu incluso anche il mio nome, cosicché anche a me un giorno fu comunicato l'ordine del Ministero col quale io dovevo essere espulso dal Regno. Naturalmente, per me non fu difficile dimostrare che si trattava, nel caso mio, di un grossolano equivoco, e quindi fui lasciato libero immediatamente. Ma per poco tempo mi fecero rimanere tranquillo; tra poco, cominciarono nuovi sospetti e nuove persecuzioni, e proprio qualche giorno addietro, precisamente il 30 gennaio u.s., si sono presentati da me ad Amalfi degli agenti di Pubblica Sicurezza, per fare una perquisizione tra le mie carte ed i miei documenti» portando via tutto ciò ch'era scritto in lingue estere. L'indomani mi fu restituita ogni cosa, ed il maresciallo del Carabinieri di Amalfi mi ha dichiarato che la perquisizione aveva avuto esito negativo, e che quindi potevo restar tranquillo (?); lo stesso maresciallo mi disse che ero stato accusato, insieme ad altri forestieri ed un letterato italiano residente a Positano, di spionaggio militare.
Veda, che da Nitti a questa parte le mie cose sono peggiorate!
Essere sospettato di esercitare lo spionaggio! E dove? A Positano! In un paese, in cui non esiste neppure un unico soldato, e nemmeno costruzioni militari o navali, a 40 chilometri di distanza dalla più vicina stazione ferroviaria! E per conto di chi?
Vorrei sapere quale governo estero idiota spenderebbe soldi per tenere per molti anni agenti informatori nei paesi di villeggiatura.
Povera polizia italiana!
Spontaneamente sorge il sospetto che tutto ciò si faccia per discreditare in questi paesi meridionali il Governo Centrale. Già la popolazione della Costiera mormora, che cose simili non sono successe neppure ai tempi dei Borboni.
Io vivo da parecchi anni tra Positano ed Amalfi, in paesi lontani dai centri industriali o strategici; mi occupo esclusivamente della pesca, non facendo del male a nessuno, e cercando, a forza di grandi sacrifici, di guadagnarmi la vita. E' forse questa disgraziata idea di occuparmi della pesca che mi ha procurato tante noie e dispiaceri. Dopo letti i lavori del Prof. Police dell'Università di Napoli, ed i rapporti delle Spedizioni Sperimentali di pesce al Ministero dell'Agricoltura, mi venne l'idea dì dedicarmi alla pesca. Con grandi difficoltà, e con l'aiuto di due Ministeri italiani, ho fatto venire dalla Germania un Cutter da pesca di modello non ancora e sperimentato in Italia, al quale Cutter imposi il nome del mio amico Carlo Scarfoglio. Dal momento in cui questo Cutter di aspetto differente dalle barche italiane giunse a Napoli, incominciarono i sospetti, le denunzie alla Questura ecc., ecc., fino a quest'ultima, ignobile accusa.
Sul conto mio Ella può assumere informazione presso i seguenti, miei intimi amici: Giovanni Papini, Marinetti, Ermanno Amicucci, Carlo e Paolo Scarfoglio, tutte persone certamente conosciute anche a Lei. Sarebbe inutile farLe altri nomi, di numerose personalità del mondo letterario ed artistico italiano, con le quali sono in relazione d'amicizia.
Sono un fervido ammiratore della Sua opera ed un sincero amico del Fascismo, e tante e tante volte, in questi ultimi tempi, io espressi ai miei amici il rammarico di non essere italiano.
Mi creda, Presidente, che simili perquisizioni, eseguite – ciò che ancora le rende più gravi – da agenti inabili ed ignoranti, danneggiano la magnifica opera sua e fanno diffamare il Fascismo nella stampa estera.
Confido che questo mio scritto riesca ad ottenere da Lei non solo la giustizia che mi è dovuta, ma anche una severa punizione agli autori di tutte queste infamie. ed ebbi la risposta сhe detto permesso non può essermi concesso senza un nulla osta da parte del Ministero dell'Interno. Per mettere fine una volta per sempre a questi continui sospetti e disturbi faccio istanza a S.E. per il rilascio a me dal Ministero Interni di un documento che mi assicuri la possibilità di continuare il mio lavoro in pace.
Roma Sala Stampa presso il Comm. Ermanno Amicucci.
Con considerazione immensa ed ammirazione dev.mo Michele de Semenov
Amalfi, Hotel Riviera 6 febbraio 1924
Al Onorevole Ministero dell'Interno Ufficio Riservato di P.S. - ROMA Riservata(Archivio Centrale di Stato, Ministero dell'Interno, Direzione generale di Pubblica sicurezza, busta 107, fasc. A4, Semenoff de Michele/ Semenov Mikhail ed altri).
Oggetto: Semenoff Michele fu Nicola e Maria Epancin Pissarev, nato a Mosca il 15.03.1873 abitante Via Alessandro Torlonia 15
Roma, 22 Maggio 1916
Il Giornalista Russo De Semenoff Michele, oggetto della lettera controindicata, risiede in Italia dal oltre 10 anni; è corrispondente da Roma del giornale NOVOE VREMIA di Pietroburgo e frequente assiduamente la sala della stampa a S. Silvestro.
E' piuttosto dedito al vino, in quanto che tutte le sere si reca a bere nella bottiglieria di Remo Farneti in Via del Gambero, ove, sia con giornalisti, sia con altre persone che frequentano quel ritrovo, tiene discorsi sulla nostra guerra, non sempre improntati a simpatia e ad obbiettività per la causa degli alleati. Le sue critiche vivaci sono specialmente rivolte contro l'Inghilterra che accusa di inerzia, perchè si occuperebbe solo di compiere operazioni di strozzinaggio in danno degli altri belligeranti.
Nella sala della stampa poi avrebbe detto che il problema Adriatico non è problema esclusivamente Italiano, in quanto chè alla sua soluzione dovrebbe concorrere necessariamente tutti gli elementi iugoslavi, ed in specie i serbi, che da anni anelano ad avere uno sbocco commerciale e militare nel nostro mare orientale. Nel complesso, mentre mostrasi piuttosto ostile per le nostre aspirazioni nazionali, ostenta una grande ammirazione per i popoli iugoslavi e specialmente per i serbi. Risulta poi ohe nel marzo u.s. si recò a Pozitano in compagnia del pittore Socrate Carlo qui abitante in via Pietralata N°12 e la loro presenza fu segnalata alla Prefettura di Salerno che chiese informazioni alla locale Questura per conoscere se detti individui avessero dato motivi a sospetti di spionaggio.
A Positano il De Semionoff fu raggiunto dalla Signora Valeria Teya fu Vincenzo, proprietaria dello stabile di via Quattro Fontane 147, la quale divisa dal marito, sembra che da qualche anno sia l'amante di detto russo.
Su costui ho disposto una riservata vigilanza e mi riservo di comunicare tutto ciò che in prosieguo si potrà accertare a carico di lui. Il Prefetto