Russi in Italia

Marija Pavlovna Demidova


Luogo e data di nascita: San Donato (Firenze), 22 gennaio (3 febbraio) 1877
Luogo e data di morte: Firenze, 21 luglio 1955

Figlia di Pavel Pavlovič Demidov (1839-1885) e Elena Petrovna Trubeckaja (1853-1917), nasce nella tenuta di famiglia a San Donato vicino Firenze quarta di sei figli: Nikita (18721874), Aurora (1873–1904), Anatolij (1874–1941), Paolo (1879–1909) e Elena (1884–1959). Il fratello maggiore Elim (1868–1943) era nato dal primo matrimonio del padre con Marija Elimovna Meščerskaja (1844–1868). Trascorre la giovinezza tra Kiev e San Pietroburgo, è appassionata di musica, ha grande disposizione per il balletto. 

La famiglia Demidov vanta una lunga storia in suolo italiano, ha soprattutto un ruolo di primo piano nella storia fiorentina; le sue proprietà in Toscana sono numerose (Quarto, Pratolino, S. Andrea in Percussina, San Martino all'isola d’Elba). Nel 1880 il padre di Marija Pavlovna, Pavel Demidov, vende all’asta la proprietà di San Donato, destinando il ricavato alla costruzione della chiesa russa di Firenze.

Il 13 maggio 1897 nella chiesa ortodossa di Helsingfors (oggi Helsinki, Finlandia) Marija Pavlovna Demidova sposa il principe Semёn Semёnovič Abamelek-Lazarev e con il marito trascorre parte dell’anno a Pietroburgo e parte in Italia tra la tenuta di Pratolino (Villa Demidoff) e la villa del marito (Villa Abamelek) a Roma.

Con atto notarile del 9 aprile 1903 riceve in eredità dalla madre Villa Demidoff con le annesse proprietà e parco, si dedica con passione al loro restauro. Al contempo intrattiene rapporti con molti artisti e uomini di cultura europei, nel 1904 in uno dei soggiorni romani posa per lo scultore Pietro Canonica (1869–1959), nel 1908 si abbona al Gabinetto scientifico letterario G.P. Vieusseux.

Nel 1916 alla morte improvvisa del marito (un attacco di cuore a Kislovodsk) si trasferisce a Pratolino, nomina uno dei suoi più fidati collaboratori Fёdor Matveevič Galga come proprio segretario personale e non ritorna più in Russia.

Negli anni Venti le proprietà di Marija Pavlovna Demidova hanno un valore nominale di più di cinque miliardi di lire e le loro rendite superano molti milioni; questa base economica le permette di occuparsi generosamente di beneficenza: mantiene il “Pio Istituto Demidoff”, fondato nel 1837 da Anatolij Demidov (1812–1870) come scuola per i giovani non abbienti; durante la Prima guerra mondiale trasforma la sua villa del Galluzzo, vicino Firenze, in ospedale per i feriti e nel febbraio 1919 la regala all’Opera Nazionale Invalidi di Guerra, perché la trasformino in “Casa nazionale di ricovero Simone Abamelek per il ricovero degli ultra mutilati di guerra” con la clausola che sarà dedicata soprattutto ai ciechi; nel 1922 in ricordo della madre dona al “Corpo musicale regina Elena” un appezzamento di terreno per farvi costruire una scuola musicale. Contano in quegli anni sul suo aiuto finanziario non solo gli amici ma gran parte degli esuli russi (la sua costante attenzione agli orfani, agli anziani e agli emigrati è ricordata in molti scritti memorialistici dell’epoca).

Negli anni Trenta insieme alla contessa Esmeralda Rodocanacchi (1857–1899) è tra le promotrici dei restauri della chiesa ortodossa di Firenze; dà inoltre sostegno e aiuto finanziario a diversi parrocchiani, paga la somma annuale di 3.600 lire per mantenere il coro; quando lo starosta della chiesa F.M. Galka si converte al cattolicesimo (i suoi genitori erano uniati), diventa lei stessa starosta e nel 1951 fa costruire un piccolo appartamento per il pope. Hanno da lei costante aiuto la Croce Rossa, il Comitato belga di aiuto ai bambini russi, l’Unione degli invalidi e altri.

Secondo il testamento redatto dal marito nel 1912 (con postilla del 1913) le è lasciata in eredità a vita Villa Abamelek, che dopo la sua morte deve essere donata all’Accademia di Belle Arti di Pietroburgo, in caso di rifiuto all’Accademia delle Scienze, per la fondazione di un istituto di cultura russa in Italia. Dopo la rivoluzione d’ottobre – per non lasciare la proprietà alle istituzioni bolsceviche – Demidova intenta un’azione giudiziaria, che si protrae per molti anni e, “in seguito al benevolo interessamento del Duce” e dell’ex console imperiale Georgij Zabello, volge inizialmente a suo favore. Difesa in giudizio dal famoso giurista russo Igor’ Kistjakovskij (1876–1940), nel novembre 1937 viene riconosciuta unica erede di Villa Abamelek, in quanto non esiste più l’Accademia di Belle Arti, trasformata in altra istituzione dal governo sovietico (i documenti relativi alla causa sono conservati nell’Archivio della principessa Demidova. Lettere e documenti).

Caduto il fascismo, nell’agosto 1944 la villa è espropriata dal governo italiano e assegnata al comando anglo-americano alleato, e nel febbraio 1947 è consegnata all’Unione Sovietica.

Per tutta la vita Demidova ha tenuto stretti rapporti con le associazioni degli emigrati in Italia, Germania e Francia, dando aiuto agli esuli insieme ad altre istituzioni (ad es., il Vaticano); è in contatto con la colonia russa di Firenze e di Roma; nel 1918 partecipa attivamente alla creazione della Lega russa per la rinascita della Patria in stretta unione con gli Alleati; si è preoccupata anche della chiesa russa di Bari e tenuta in corrispondenza con il principe N.D. Ževachov.  

I rapporti di Marija Pavlovna Demidova con il governo italiano sono stati ottimi sia prima che dopo l’avvento del fascismo; solo durante la Seconda guerra mondiale con l’invasione nazista dell’Italia si trasforma radicalmente la sua vita: nel 1943 la villa di Pratolino è occupata dal comando tedesco che la relega nelle residenze della servitù, ed è bombardata più volte dagli anglo-americani. Circondata da pochi servitori, la governante e i segretari la principessa trascorre gli ultimi anni di vita ritirata a Pratolino, dove muore nel 1955. Non avendo eredi, lascia tutte le sue proprietà al figlio della sorella Aurora, Pavel Karageorgevic (1893–1976), principe-reggente di Jugoslavia dal 1934 al 1940, che poco dopo se ne disfece vendendo la maggior parte degli arredi (mobili, libri, quadri) in una grande asta da Sotheby’s. Nel 1981 la villa è stata acquisita dalla provincia di Firenze per un miliardo; la corrispondenza e l’archivio di M.P. Demidova sono oggi conservati all’Archivio di Stato di Firenze.


Fonti archivistiche

ASMAE. AP. 1915–918. B. 175. F. Generale Leontieff e Principessa Demidof.

ACS. PS. PolPol. B. 417. F. Demidoff principessa.

ACS. PS. 1919 G1. B. 97. F. Sezione Lega Proletari fra mutilati e reduci di guerra (Sesto Fiorentino Firenze).

ACS. SPD. CO. F. 108.860.

Gabinetto Scientifico-letterario G.P. Vieusseux, Firenze.

Bibliografia

Adamišina O. I Demidov e Villa Abamelek, in I Russi e l’Italia, a cura di V. Strada. Milano: Banco Ambrosiano Veneto, 1995. P. 155–165.
I Demidoff a Firenze e in Toscana, a cura di L. Tonini. Firenze: Olschki, 1996.

L’Archivio della Principessa Demidova. Lettere e documenti, a cura di S. Merendoni. Firenze: Olschki, 2000.

Последняя из Сан-Донато: Княгиня Абамелек-Лазарева, урожденная Демидова / сост., публ., коммент. М.Г. Талалая. М.: ИЦ «Концепт-Медиа», 2010.
Демидовы в России и в Италии. Опыт взаимного влияния российской и европейской культур в
XVIII–ХX вв. М.: Изд. центр «Концепт-Медиа», 2013.

 

Giuseppina Larocca

16 novembre 2020



La villa di San Donato in un'antica stampa
http://www.jssgallery.org/Essay/Italy/Demidoff/Demidoff_1st.htm



Nikolaj Bogdanov-Bel'skij. Portret M.P. Abamelek-Lazarevoj, uroždennoj Demidovoj (1900-1901, Ermitage)



Nikolaj Bogdanov-Bel'skij. Portret M.P. Abamelek-Lazarevoj (1900, Ermitage)



Marija Pavlovna con il marito S.S. Abamelek-Lazarev


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