Russi in Italia

Evgenij Gustavovič Berman


Luogo e data di nascita: Pietroburgo, 4 novembre 1899
Luogo e data di morte: Roma, 14 dicembre 1972
Professione: scenografo, illustratore, pittore
Residenza: Roma, Palazzo Doria Pamphili

Nasce a Pietroburgo da Gustav Lazarevič Berman e Lidija Borisovna Manasevič (1872 – 1935, Parigi). Alla morte del padre viene educato in casa del giurista Efim Grigor'evič Šajkevič, suo fratellastro è il critico teatrale Anatolij Efimovič Šajkevič. Dal 1908 al 1913 vive e studia in Germania, Svizzera e Francia. Di ritorno a Pietrogrado nel 1914, studia pittura con Pavel Naumov (1884-1942) e architettura con Sergej Gruzenberg (1888-1934). Nel 1917 viene arrestato dalla Čeka per la sua opposizione alla rivoluzione bolscevica e liberato poco dopo a patto di lasciare la Russia. Abbandona così definitivamente il paese insieme alla famiglia, stabilendosi a Parigi, in Avenue Malakoff. Qui studia insieme al fratello maggiore Leonid Berman all'Académie Ranson, seguendo i corsi di pittura di Pierre Bonnard, Edouard Vuillard e Maurice Denis. A Parigi partecipa dal 1923 al 1925 al Salon d'automne, dal 1925 al 1927 al Salon des Tuileries e dirige la rivista «Formes». Nel 1926 espone alla Gallerie Druet insieme al fratello, a Pavel Čeliščev e a Christian Bérard, artisti con i quali forma il gruppo battezzato dal critico d'arte Waldemar George i "Neo-romantici".
Il suo primo viaggio in Italia risale al 1922: con il fratello e con Bérard si reca a Vicenza (città per Berman di significato particolare considerata la sua passione per Palladio, trasmessagli ancora a Pietroburgo da Gruzenberg), quindi a Verona, Padova, Venezia, Ferrara, Mantova e Roma. Nel 1923 è in Toscana. Nel 1924 in Sicilia e a Napoli, Roma e Tivoli, dove trascorre le sue giornate a Villa Adriana. Nel 1925 passa l'estate a Ischia, dove incontra i connazionali Grigorij Šiltjan e Pavel Muratov, nonché Alberto Spaini e il pittore tedesco Hans Purrmann. Lo stesso anno realizza la serie di pitture Memorie d'Italia, una delle tappe fondamentali del suo percorso verso il "Neoromanticismo".
La pittura e la scultura rinascimentale costituiscono un'ulteriore fonte di ispirazione per Berman che riconosce in Andrea Mantegna e Piero Della Francesca i suoi maestri. Le mete preferite dei suoi viaggi in Italia, effettuati annualmente fino alla fine degli anni Trenta, sono la Sicilia e il Veneto, Napoli e Roma e dintorni (Pozzuoli, Pompei, Capua, Procida, Ischia e Cerveteri, Palestrina, Circeo, Vulci, Lago Trasimeno). Di questi luoghi immortala le bellezze artistiche e paesaggistiche in numerosi disegni, molti dei quali sono poi distrutti dall'artista, che a tale proposito afferma: "Volevo raccogliere assai più cose di quante non potessi vederne, attraverso la mia finestra, da un solo punto di vista" (cit. in Brin 1949, p. 33). In un secondo momento decide di disegnare dal vero soltanto i tratti essenziali e di ricostruire i dettagli a memoria, spesso aggiungendo elementi immaginari e surreali. Importante a tale proposito è l'incontro nel 1926 con Giorgio De Chirico e la sua opera, al cui interno confluiscono e convivono elementi provenienti da spazi ed epoche diverse. Negli anni Venti collabora inoltre con l'architetto e decoratore d'interni cubano Emilio Terry (1890-1969) a diversi progetti architettonici.
A Parigi allestisce le sue prime mostre personali nelle gallerie Granoff (1927), Etoile (1928) e Bonjean (1929). Partecipa inoltre con un paesaggio e un ritratto di Giorgio De Chirico all'Esposizione d'arte francese contemporanea organizzata a Mosca nel 1928.

Nel 1930 partecipa alla XVII Esposizione biennale internazionale d'arte di Venezia, dove all'interno della mostra Appels d'Italie allestita da Mario Tozzi nella sala 23 del Palazzo dell'Esposizione espone tre tele (Barche notturne, Riva notturna e Fuoco notturno). Affascinato dal barocco veneto, l'anno successivo fa ritorno a Venezia, passando nuovamente per Vicenza e Padova. Di questo periodo Raffaele Carrieri, suo futuro collezionista e editore, scrive:

Il fondo umanistico della pittura di Berman è come attraversato da industriosi veleni. Il paesaggio è costruito ma le piramidi, gli obelischi, gli emblemi sono come presi dall'orgasmo. Le nuvole vagano ferite in un cielo prossimo a disgregarsi. Al confronto i Capricci e le Vedute Fantastiche di Canaletto sono idilliache. Guardi delle acquetinte ha un fremito più disteso e arioso. I disegni italiani di Berman, specie quelli ispirati alle nostre architetture barocche, hanno la medesima sussurrante follia di certe fughe e sonate di Mozart ma pure la stessa grazia. Berman sparge le sue gocce di flauto sul bruciato delle rovine (Carrieri, 1951, p. 79).

Dalla seconda metà degli anni Trenta lavora principalmente per il teatro, servendosi spesso degli studi e dei disegni realizzati in Italia come spunti per i suoi allestimenti scenici e per i costumi. Fra le diverse scenografie del periodo pre-bellico una menzione particolare merita quella dl balletto Icaro in collaborazione con Sergej Lifar', rappresentato a Monte Carlo nel 1938.

Nel 1940 Berman viaggia in Svizzera e in Italia; da qui parte per l'America con l'intenzione di stabilirvisi. Nel 1944 ottiene la cittadinanza statunitense e raggiunge una certa celebrità grazie alle sue opere di soggetto italiano, come la serie Ricordi di Verona e il quadro La Parmigianina (1942).
A partire dalla fine degli anni Quaranta riprende i suoi soggiorni in Europa; nel 1949 allestisce la sua prima mostra personale italiana alla Galleria L'obelisco di Roma. Nel 1951 realizza una serie di disegni dedicati a varie città italiane, fra cui Roma, Pisa e Verona, dal nome Capricci italiani. Lo stesso anno disegna i costumi e le scenografie per la trasposizione televisiva prodotta dalla NBC dell'opera di Gian Carlo Menotti Amahl and the night visitors (Ahmal e i visitatori notturni). Collabora in veste di scenografo a diverse produzioni teatrali italiane fra cui Ballet imperial di Čajkovskij, diretto da Balanchine nel 1952 alla Scala di Milano e Così fan tutte di Mozart alla Piccola Scala nel 1956. In Italia entra in contatto con gli Stravinskij, con i quali stringe amicizia e collabora a diversi progetti: in occasione della mostra di Vera Stravinskaja alla Galleria L'obelisco di Roma nel 1955 scrive un testo per il catalogo, al quale contribuisce anche Aldous Huxley; per i balletti di Igor' Stravinskij, diretti da Balanchine negli Stati Uniti, disegna spesso i costumi e le scenografie; fra questi Pulcinella, presentato postumo, il 23 giugno del 1972, al New York State Theatre.
Nel 1957 si stabilisce definitivamente a Roma, dove frequenta la comunità di americani qui stanziatisi a partire dagli anni Cinquanta, molti dei quali, come Carmen Angleton, si fecero suoi mecenati e collezionisti. Berman stesso inizia a collezionare oggetti e opere d'arte d'ogni genere, epoca e provenienza; nota è la sua vasta collezione di reperti etruschi, ambita dal regista John Huston, che a più riprese cercherà di acquisirla. Dopo un decennio di scarsa attività espositiva, nel giugno del 1959 allestisce in contemporanea due mostre personali a Roma, una nuovamente alla Galleria L'obelisco, l'altra alla Galleria San Marco; nella prefazione al catalogo di quest'ultima sono riportate le seguenti parole: "Mi sento italiano nel senso nel quale Stendhal si diceva milanese (preferisco però immaginarmi romano, veneziano, vicentino o anche napoletano). Come in certi momenti si sentivano italiani Mozart, Goethe, Byron, Shelley e tanti altri" (cit. in Refice 1962, p. 6).
Negli anni Sessanta riprende i suoi viaggi per l'Italia, durante i quali realizza studi e disegni, fra cui una serie dedicata al palio di Siena e alcuni progetti per le quattro fontane di Spoleto, entrambi del 1964.
Il lascito dell'artista, composto da lettere, diari, fotografie, disegni e nastri magnetici è stato donato dalla cognata – Sylvia Marlowe, moglie di Leonid – agli archivi d'arte americana del Smithsonian Institution di Washington D.C.
Molti disegni e lavori grafici, soprattutto litografie, di Berman fanno ora parte di collezioni private italiane, fra cui quelle di Corrado Cagli, Haieff, C. Angleton, Paul Getty Jr., Gilbert Comte, Pecci Blunt; di Laurance e Isabel Roberts a Frascati; di Raffaele Carrieri, Emanuele Gregolin e Fornasetti a Milano; di Arrigo Vianelli a Venezia e di Ramy Alexander a Firenze.

Mostre personali in Italia
1949, Galleria L'obelisco, Roma
1959, giugno, Galleria L'obelisco, Roma
1959, giugno, Galleria San Marco, Roma (cfr. Camilucci, p. 600)
1959, 16-30 aprile, Eugene Berman, Galleria d'arte Galatea, Torino (catalogo a cura di L. Carluccio)
1960, 23 maggio-3 giugno, Galleria del disegno, Milano (cfr. Valsecchi, p. 4)
1962, maggio, Galleria 88, Roma (cfr. Eugene Berman, 1962, p. 3; Refice, p. 6)
1968, aprile, Galleria Iolas, Milano (cfr. Mostre d'arte: Eugene Berman, p. 15)
1968, 12-31 dicembre, Galleria Il Fauno, Torino
1969, 15-28 settembre, Eugene Berman: le meduse di Leptis Magna e dieci paesaggi italiani, Galleria La Medusa, Roma, (catalogo a cura di G. Carandente)
1970, Galleria Il gabbiano, La Spezia
1970, 28 febbraio-10 marzo, Galleria Forni, Bologna
1971, 15-28 gennaio, Galleria Correggio, Parma
1971, 7-21 ottobre, Galleria d'arte Davico, Torino (cat. con testo di L. Carluccio)
1972, 5-21 dicembre, Galleria Santa Croce, Firenze (cat. a cura di G. Carandente)
1973, 6-23 ottobre, Omaggio a Eugene Berman, Galleria Bambaia, Busto Arsizio (cat. con testo di R. Lynes)
1977, 10-30 novembre, Casa d'Arte la Gradiva del Centro La Barcaccia, Roma (cat. con testo di F. Bellonzi)
1978, aprile, Galleria Anselmino, Milano (cat. a cura di Janus)
1978, settembre - ottobre, Eugene Berman: disegni, gouaches, tempere, Galleria Il disegno, Roma.

Illustrazioni e album
Carrieri R., Viaggio in Italia, Milano, Fornasetti, 1951 (con litografie originali, firmate e numerate dall'artista, tirate in 200 esemplari).
Carrieri R., Mozartiana, Milano, Beatrice d'Este, 1956 (con litografie originali, firmate e numerate dall'artista, tirate in 200 esemplari).
Tasso T., Gerusalemme liberata, a cura di L. Carretti, Bari, Laterza, 1961 (36 disegni dell'artista).
Mozartiana, Milano, Ricordi, 1956.
Clark E., From Rome and a Villa, New York, Doubleday & co., 1962.

Pubblicazioni (italiane o sull'Italia)
Berman E., Eugene Berman, Roma, Sepa, 1959, con tavole illustrate dall'artista.
Berman E., Imaginary Promenades in Italy, New York, Pantheon, 1956.
Berman E., The graphic work of Eugene Berman, con una prefazione di R. Lynes, New York, Clarkson N. Potter, 1971.

Vendite pubbliche in Italia
Milano, 24 marzo 1988: Notturno (1929), olio su tela, 98x72
Roma, 21 marzo 1989: La danza silenziosa (1944), olio su tela, 193x157
Roma, 28 novembre 1989: Le muse decapitate (1967), olio su tela, 133x90.

Bibliografia
XVII Esposizione Biennale Internazionale d'Arte, Venezia, Ferrari, 1930.
Levy J., Eugéne Berman, New York, American Studio Books, 1947.
Brin I., Eugene Berman e l'Italia, «Domus», n. 238, 1949 (7), pp. 32-33.
Carrieri R., I capricci italiani di Eugenio Berman, «Arti e costume», n.1, 1951, pp. 79-84.
Enciclopedia dello spettacolo, Roma, Le Maschere, 1954, t. 2, pp. 338-339.
Goth T., Il Don Giovanni di Eugene Berman, «Scala», n. 101, 1958, pp. 42-47.
Camilucci M., Mostre d'arte, «Studi romani», 1959, settembre-ottobre, p. 600.
Valsecchi M., I disegni di Berman, «Il giorno», 28 maggio 1960, p. 4.
Eugene Berman, «Il Messaggero», 17 maggio 1962, p. 3.
Favole surreali, «Vita», 7 giugno 1962.
Refice C., Eugene Berman e il "neoromanticismo", «La Fiera letteraria», 28 maggio 1962, p. 6.
Sciltian G., Mia Avventura, Milano, Rizzoli, 1963.
Mostre d'arte: Eugene Berman, «Corriere della sera», 14 aprile 1968, p. 15.
Balanchine G., Mason F., Balanchine's Festival of Ballet, London, Howard & Wyndham Company, 1978, pp. 49, 461-462.
Milner J., A dictionary of Russian & Soviet Artists (1420-1970), Suffolk, Antique Collectors' Club, 1993, pp. 76-77.
Meissner G., Saur Allgemeines Künstlerlexikon, München, Leipzig, Saur, 1994, v. 9, pp. 475/476.
Severjuchin D., Lejkind O., Chudožniki russkoj emigracii, Peterburg, Černyševa, 1994, pp. 73-75.
Turner J. (a cura di), The dictionary of Art, London, MacMillian, 1996, t. 3, p. 809.
Vasil'ev A., Krasota v izgnanii, Moskva, Slovo, 1998.
Bénézit E., Dictionnaire critique et documentaire des peintres, sculpteurs, dessinateurs et graveurs, Paris, Gründ, 1999, t. 2., pp. 167-168.
Nezabytye mogily: Rossijskoe zarubež'e: Nekrologi 1917-1999, t. I, A-V. Sost. V. N. Čuvakov, Moskva, Paškov dom, 1999, p. 293.
Vidal G., Palinsesto, Roma, Fazi editore, 2000, p. 167.
Thompson V., A Reader: selected writings 1924-1984, New York, Routledge, 2002, pp. 198-200.
Mauries P., Mnemosyne - Eugene Berman - An Italian Capriccio, «MFR» (International edition), 2004, n. 3, pp. 31-51.

Link interessanti
http://www.artcyclopedia.com/artists/berman_eugene.html
http://www.artic.edu/aic/collections/artwork/artist/Berman%2C+Eugene

Nota
Nelle fonti bibliografiche si incontra come Eugène o Eugenio Berman.

Matteo Bertelé
Scheda aggiornata il 4 febbraio 2019


Catalogo della mostra: Eugene Berman, Disegni, Guazzi, Tempere, Inchiostri.
Roma, Edizione Sepa, 1959.



Figurino di Così fan tutte di Mozart (1955).



Disegno preparatorio per la scenografia dell'opera di Menotti Amahl and the Night Visitors, 1952



Indietro
Statistiche