Russi in Italia

Boris Fedorovič Šaljapin


Luogo e data di nascita: Mosca, 22 settembre 1904
Luogo e data di morte: New York, 18 maggio 1979
Professione: pittore

Figlio del basso Fedor Ivanovič Šaljapin e della ballerina italiana Iole Tornaghi, viene chiamato Boris in omaggio a Boris Godunov, ruolo tra i più amati dal padre, il quale lo incoraggia a coltivare la passione per il disegno fin da giovane e lo dissuade dall'imitarlo nell'arte del canto. Inizia quindi a studiare pittura nel 1919 a Pietrogrado, mentre dal 1920 al 1925 è a Mosca, al Vchutemas, dove segue i corsi di A. E. Archipov, D. N. Kardovskij e poi la Facoltà di scultura. Dall'estate del 1925 vive a Parigi, dove continua a studiare e, grazie all'aiuto di suo padre, apre uno studio a Montmartre.
Nel 1926 è in Italia: si reca a Milano in visita alla madre, in compagnia di una donna, che la polizia italiana identifica come la fidanzata Maria Bobrik, ed è probabile che i due proseguano il viaggio fino a Sorrento presso l'amico di famiglia Maksim Gor'kij. Lo confermerebbe un dipinto di Nikolaj Aleksandrovič Benua relativo all'estate del 1926, intitolato Gor'kij u kostra (Gor'kij vicino al falò), in cui il padrone di casa è attorniato da numerosi amici, tra cui il pittore e la moglie Marija. Lo stesso Benua ricorda che Boris Fedorovič in quel periodo era tra i frequentatori abituali della casa di Gor'kij ed è verosimile che nel decennio tra il 1925 e il 1935 fosse spesso Italia, dove vivevano anche altri componenti della sua famiglia. Il suo arrivo a Sorrento era atteso certamente anche nell'estate del 1927, come si legge in una lettera di Gor'kij a Valentina Chodasevič e, stando ai ricordi di Marfa Maksimovna Peškova, nipote di Gor'kij, i suoi disegni screziavano la rivista manoscritta «Sorrentijskaja pravda», redatta in casa dal nonno e aperta alla collaborazione di amici e parenti.
Nel 1927 allestisce la sua prima mostra, esponendo dieci opere di soggetto russo nel foyer del Covent Garden in occasione di una tournée londinese di Fedor Šaljapin. Si specializza nell'arte del ritratto e, oltre a immortalare il padre nella vita privata e nei numerosi ruoli interpretati, ritrae decine di esponenti della vita artistica europea contemporanea. Tra questi, molti sono russi: M. Gor'kij, M. Cvetaeva, M. Čechov, K. Korovin, P. Trubeckoj, S. Prokof'ev, I. Stravinskij, gli artisti del balletto di Monte Carlo T. Tumanova, I. Veršinina, V. Nemčinova, D. Rostov, N. Orlov e molti altri, tra cui spicca la figura di Sergej Vasil'evič Rachmaninov, suo intimo amico, ritratto in Francia (1929), in Svizzera (1940) e negli Stati Uniti; tra gli italiani, il cantante Titta Ruffo, l'attrice Maria Fiore, Arturo Toscanini.
Negli anni Trenta lavora per il teatro e il cinema, realizzando, tra l'altro, le scenografie del film Don Quixote (1933, Georg W. Pabst) in cui il padre interpreta il ruolo del protagonista. Si dedica inoltre alla scultura, vincendo una medaglia d'oro per un busto di donna in legno esposto a Parigi al Salon d'Automne nel 1934.
Nel 1935 va a New York per seguire Fedor Šaljapin in tournée e si fa conoscere dal pubblico statunitense esponendo le proprie opere negli alberghi di lusso, in cui il padre alloggia. Dopo questo soggiorno decide di stabilirsi a New York e diventare cittadino americano. Dopo qualche anno sposa Helen Davidson (Helcia, 1908-2007) e ha una figlia, Irina. Acquista fama notevole come ritrattista di celebrità e lavora principalmente come illustratore: dal 1942 al 1970 realizza per la rivista «Time» più di 400 copertine raffiguranti principalmente personaggi d'attualità. Ha un suo studio personale a New York e una casa a Easton, nel Connecticut. Sue mostre personali vengono allestite in tutti gli Stati Uniti dal 1935 al 1975.
Sappiamo dai ricordi della nipote che anche dopo essersi stabilito in America, Š. compie frequenti viaggi in Italia, prendendo alloggio in un albergo di Roma, vicino a piazza di Spagna. A Roma dall'inizio degli anni Sessanta vive la madre Iole Tornaghi, rientrata da Mosca, il fratello Fedor, rientrato dagli Stati Uniti, i figli della sorella Tat'jana e dopo il 1976 la stessa Tat'jana, anche lei rientrata dall'America.


Boris Šaljapin, Bracciano, 1960
http://www.liveinternet.ru/users/2010239/post112987590/

Nel 1960 compie un viaggio a Mosca, dove manca da trentacinque anni, e visita la casa in cui è cresciuto, dove vive ancora la sorella Irina, e vi torna nel 1968 quando gli viene dedicata una mostra personale. Una successiva mostra viene allestita a Mosca nel 1983 nell'ambasciata degli Stati Uniti d'America, mentre alcune sue opere sono state esposte alla galleria Tret'jakov, in occasione di una mostra intitolata Amerikanskie chudožniki iz rossijskoj imperii (16 giugno-13 settembre 2009). Nel maggio 2012 presso la Casa-museo intitolata a F. I. Šaljapin a San Pietroburgo viene allestita la prima mostra russa interamente dedicata all'opera di Boris Šaljapin.
Muore di cancro in un ospedale di New York nel 1979.

Bibliografia
Exile's gay Russian return, «LIFE», 7 nov. 1960, pp. 51-54.
A. Raskin, Šaljapin i russkie chudožniki, Leningrad-Moskva, Isskustvo, 1963.
S. M. Čertok, Chudožnik Boris Šaljapin, Cvetnye i černo-belye illjustracii, Leningrad, Chudožnik, 1972.
V. M. Chodasevič, Portrety slovami, Moskva, Sovetskij pisatel', 1987.
D. Ja. Severjuchin, O. L. Lejkind, Chudožniki russkoj emigracii (1917-1941): biografičeskij slovar', SPb. 1994, pp.  510-513.
O. Rožnova, Kartiny Borisa Šaljapina v dome otca. Dar Gelen i Iriny Šaljapinych. Živopis'. Grafika / Paintings of Boris Shaliapin in his Father's House. These paintings are the gift of Helen Shaliapin and Irina Shaliapin Murphy. Painting. Drawing, pred. I. A. Medvedevoj, Moskva 1995.
O. Rožnova, Boris Šaljapin. Žizn' i trovčestvo / Boris Shalyapin. Life and Creative Work, Moskva, Izografus, 2000.
I. Barančeva, Šaljapiny v Italii, «Mecenat i Mir», n. 29-32, 2004.
D. Bertotti, Sergej Vasil'evič Rachmaninov, Palermo, L'EPOS, 2006.
P. Deotto, Gli esordi scaligeri di Nicola Benois, in Archivio russo-italiano V. Russi in Italia, a cura di A. d'Amelia e C. Diddi, Salerno, Europa Orientalis, 2009, p. 113.

Fonti archivistiche
Archivio Centrale dello Stato, Roma, Ministero dell'Interno, Direzione generale della Pubblica sicurezza, Affari generali e riservati, 1926, cat. A16, b. 34, f. Chaliapina Iole ed altri.

Nota
Nelle fonti italiane s'incontra Boris Chaliapin.

Siti interessanti
http://www.life.com/search/?q0=chaliapin&x=0&y=0
http://www.objectofvertu.com/painting_view.php?id=129&subcat=29&cat=28
http://www.artandphoto.ru/gallery.php?razd=art2&artist=488http://www.liveinternet.ru/users/2010239/post112987590/
http://www.mofflymedia.com/Moffly-Publications/Greenwich-Magazine/September-2009/Covering-Time/
http://www.abbylu.com/pdfs/ART/chaliapin.pdf

Agnese Accattoli
Scheda aggiornata al 14 gennaio 2013


Iole Tornaghi Šaljapin ritratta dal figlio Boris nel 1934
http://www.liveinternet.ru/users/2010239/post112987590/



Boris Šaljapin con il padre Fedor
http://www.cs.princeton.edu/~san/chaliapin_scan2.jpg



Boris Šaljapin, Copertina di Time con la regina Elisabetta (febbraio 1952)
http://www.liveinternet.ru/users/2010239/post112987590/

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