Russi in Italia

Cronologia

1932

gennaio

Il Teatro del Popolo di Milano ospita una serie di concerti del pianista Aleksandr Borovskij, già piuttosto celebre in Italia:

"Il pianista Alessandro Borowsky, che è già stato ospite della sezione musicale del Teatro del Popolo, gode tra noi di una così larga fama, che non può meravigliare che l'annunzio di un suo concerto abbia fatto riempire ieri sera la sala del Conservatorio in modo inconsueto. Nell'esecuzione è stata ancora ammirato quell'insieme di qualità che attestano la serietà e l'equilibrio della sua arte. Il magnifico senso ritmico, la padronanza delle sonorità pianistiche in tutte le gradazioni necessarie allo stile, lo stupendo modo di legare, soprattutto nel genere polifonico, una sicurezza d'ingresso nei più diversi piani dell'espressione, che ha dello sbalorditivo: tutte queste doti, impiantate su una tecnica impeccabile, fanno sì che al Borowsky riesca di trasportare senza scosse e senza urti i suoi ascoltatori dalla sfera mistica dei Corali di Bach, al grottesco di un Sarcasmo di Prokof'ev, dalla lucida architettura delle Variazioni e fuga di Brahms su tema di Haendel, al precoce impressionismo dei Quadri d'una Esposizione di Mussorgskij" («L'Ambrosiano», 16 gennaio 1932).


Aleksandr Borovskij

15 gennaio

Va in scena al Teatro Argentina di Roma la prima del Revisore di Gogol', con la regia di Petr Šarov. Tra i protagonisti, Tat'jana Pavlova.

23 gennaio

Va in scena al Teatro alla Scala il balletto in 5 quadri di C. Guastalla Belkis Regina di Saba con musica di Ottorino Respighi, messa in scena e coreografia di Leonid Mjasin e scene di Nikolaj Benua.

Bild von Ottorino Respighi
Ottorino Respighi
http://www.schwanensee.info/Respighi/index.shtml

Il balletto è un insieme di danze magiche, orgiastiche, selvagge, guerresche, di pura fantasia o di significazione religiosa. La prima rappresentazione si distingue per la bellezza e la ricchezza di scene e costumi, che sono ben 600. Oltre ai due interpreti principali, David Lichtenstein, ballerino di origine russa che poi cambiò il nome in Lichine nella parte di Salomone, e Leila Bederklan nella parte di Belkis, molti sono i ballerini russi arrivati da Parigi. L'opera ottiene un successo enorme che si ripete per tutte le undici repliche.


David Lichine (www.balletto.net/giornale.php?articolo=481)

marzo

Presso la galleria Casa d'Artisti di Milano si tiene una mostra personale di Inna e Boris Zuev. Vincenzo Bucci scrive sul «Corriere della Sera»:

"In una serie d'opere che paiono talvolta della stessa mano, due giovani pittori russi, Boris e Ina Zuef, mostrano le affinità dei loro gusti e i risultati raggiunti attraverso il comune e concorde lavoro. Queste opere, di varia natura, raccolte in Casa d'Artisti, si raffrontano spesso nei soggetti desunti dalla vita popolare russa, nelle trasposizioni fantastiche di certi spunti realistici, nel carattere saporitamente scenografico d'alcune composizioni e nella vivezza un po' chiassosa del colore, le cui dissonanze riescono non di rado in qualche singolare effetto decorativo" (V. Bucci, Notizie d'arte, «Corriere della Sera», 16 marzo 1932).

24 aprile

La prima rappresentazione italiana di Maria Egiziaca, mistero in tre episodi su libretto di C. Guastalla con musica di O. Respighi e scenografia di Nikolaj Benua si tiene a Roma, all'Auditorio dell'Augusteo. In questa pagina si può leggere la critica entusiasta del quotidiano  «Il Giornale d'Italia» (26 aprile 1932).
Respighi si era ispirato a un'antica leggenda, più volte ripresa dalle sacre rappresentazioni medievali francesi e italiane e a un antico poema agiografico, Vida de Santa Maria Egipciaca, tramandato da un manoscritto del XII secolo. Benua ne interpreta pienamente lo spirito arcaicizzante, realizzando una scenografia molto originale: un gran quadro d'altare a tre pannelli  largo circa cinque metri e alto circa quattro e mezzo, compresa la cornice, appoggiato a una parete di stoffa e di velluto, color granata violacea. Il trittico ha la cornice dorata e due sportelli con angeli dipinti. Le tre tavole rappresentano a sinistra il Porto di Alessandria folto di vele e di alberi con una nave accostata e un marinaio seduto sul bordo, nel centro la grotta nel deserto oltre il Giordano, dove l'eremita Zosima trascorre in solitudine il tempo di Quaresima, a destra la porta del Tempio di Gerusalemme, dove nel giorno dell'esaltazione della Croce si mostra ai fedeli il legno santo. Per entrare nel tempio e nella grotta si salgono alcuni gradini e il tutto è situato su una piattaforma rialzata. Dalle pieghe della stoffa ai lati del trittico escono due angeli senza ali con la capigliatura bionda e una semplice veste bianca e oro, lunga tanto da coprire i piedi; sulle prime battute aprono gli sportelli e sulle ultime li chiudono.
L'opera viene presentata a Milano al Teatro alla Scala il 1° febbraio 1934, diretta dallo stesso Respighi, e riproposta al pubblico milanese il 24 febbraio 1937 alla serata celebrativa in ricordo di Ottorino Respighi a un anno dalla morte, direttore dell'allestimento scenico è sempre Benua. In tempi più recenti è stata rappresentata alla Piccola Scala il 10 marzo 1961.

ottobre-novembre

Nel capoluogo lombardo sono di scena gli artisti russi. La Galleria Bardi presenta una mostra personale di Germana Giacalone De Parnykel. Poi, alla Mostra collettiva d'arte allestita presso l'Istituto libero di Cultura "Nuova vita" di via dell'Orso interviene anche Filipp Maljavin, mentre la II Esposizione del «Piccolo Quadro Anonimo» presso la Galleria Pesaro vede tra gli artisti espositori Petr Bezrodnyj, con tre quadri ad olio: Rio San Trovaso - Venezia; Zattere a Venezia; Canale della Giudecca a Venezia.


F. Maljavin, Ritratto di Anna Ostroumova-Lebedeva

novembre

La Galleria Milano di Gaspare Gussoni in via Croce Rossa 6 a Milano – nell'ambito di una stretta collaborazione con l'ambiente parigino – presenta una personale di Filipp Goziason, un giovane artista russo residente a Parigi e vicino al Gruppo dei Neo-Umanisti di Waldemar George. In occasione della mostra dei suoi quadri, tratti dal suo ultimo soggiorno sul lago di Como, il critico d'arte Dino Bonardi tiene una conferenza sul tema "La trasfigurazione e l'aria di F. Hosiasson". Sia la mostra che la conferenza hanno un'ampia risonanza sulla stampa del tempo. Carlo Carrà celebra il lavoro di Goziason, approdato felicemente dalle tentazioni avanguardistiche giovanili alla sobrietà del "principio italiano":

"Il «principio italiano» consiste nella ricerca di un superiore equilibrio tra mondo che appare e mondo secreto, in una affermazione spirituale tipicamente costruttiva che armonizza la realtà all'intelletto, senso e anima. Dunque, si tratta di ristabilire nel mondo moderno, non le forme esteriori ma l'antico ordine pittorico italiano, ritornare ai veri valori dell'arte plastica..." (C. Carrà, Pittori stranieri a Milano: Filippo Hosiasson, "L'Ambrosiano", 9 novembre 1932, p. 3).



F. Goziason, Personnages, olio su tela, 1930
www.artnet.com/artists/philippe-hosiasson


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